Avviata nel 2016 a Torino, «Hackability – come aveva scritto a suo tempo sulle nostre pagine Stefania Delendati – si pone l’intento di introdurre un nuovo modus operandi nella progettazione di oggetti e soluzioni per la vita quotidiana delle persone con disabilità, degli anziani e, più in generale, di coloro che hanno necessità “speciali”. La novità consiste nel coinvolgimento dell’utente finale dalla fase iniziale di ideazione fino alla realizzazione concreta del prodotto che, oltre a rispondere a un bisogno e favorire l’autonomia, viene costruito con tecnologie di nuovissima generazione che abbattono i costi». Un’iniziativa non profit, quindi, nata per fare incontrare le competenze di designer, maker e artigiani, con i bisogni – e l’inventiva – delle persone con disabilità.
Il bel progetto ha avuto fortuna anche a Milano, se è vero che nel settembre scorso ha preso il via la seconda edizione di Hackability@Milano, ospitata ancora nei locali del Milano LUISS Hub for maker and students, e supportata dalla Fondazione Giacomo Brodolini, con il coordinamento di Francesco Rodighiero.
In quest’anno, dunque, il gruppo milanese di Hackability ha realizzato numerosi progetti e visto la collaborazione di più di trenta persone tra maker, ingegneri, architetti, designer, progettisti e volontari (tra essi Teo Bistoni, Luisa Carnevale Baraglia, Alessio Crivelli, James Ennis, Sebastiano Ercoli, Alberto Ghirardello, Rossella Insaco, Anisia Lauditi, Daniela Meroni, Giovanni Orlando, Ludovico Russo e Libero Rutilo), che hanno aiutato a risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani, al fine appunto di migliorare la qualità della vita di persone con disabilità.
«Grazie al co-design con le persone con disabilità – racconta Rodighiero – siamo riusciti a dare una risposta concreta e venire in aiuto a esigenze speciali che spesso non trovavano voce».
Tra le mura del Milano LUISS Hub for maker and students, quindi, è nato ad esempio il progetto Hackability Geo, mappa tattile e interattiva, creata per permettere a Massimo, bimbo cieco e con problemi di udito, di studiare la geografia, sua vera passione. Egli, infatti, può leggere tattilmente la mappa dell’Italia e tramite i pulsanti presenti su ogni regione, attivare le audiodescrizioni fornite dai genitori.
Il progetto è pensato come sistema per altre mappe ed è basato sul microcomputer Raspaberry Pi, donato dalla Società Melopero.
Sempre nell’àmbito di Hackability@Milano ha preso vita anche Dorothy, iniziativa che coniuga design, moda e salute, ovvero il primo paio di scarpe realizzato partendo da un particolare plantare ortopedico necessario per una ragazza, Valentina.
Dapprima è stato scansionato in 3D il plantare, poi progettato il design della scarpa, fino alla stampa in gomma, il tutto con la collaborazione del Makers Modena Fab Lab per la scansione 3D del plantare e di Fabula3D per la realizzazione in gomma della calzatura.
E ancora, Zoomografo, economico ingranditore portatile per la lettura e la scrittura, che ha accolto le richieste di Giovanni e Alice, persone con grave ipovisione, che avevano difficoltà persino a firmare un documento.
Per continuare con Tournée, tavolino realizzato in stampa 3D da SuperForma, con la caratteristica di essere pieghevole e trasportabile, per adattarsi ai vari modelli di carrozzina, oltre ad essere poco ingombrante per gli spostamenti. Esso ha accolto la richiesta di Daniela, mamma di Francesco, un ragazzo in carrozzina che aveva difficoltà a trasportare il proprio tavolino durante gli spostamenti, le gite o, più banalmente, per farlo entrare in ascensore.
E infine Horus, piccolo strumento che aiuta Anna – ragazza con sindrome di Poland, sottoposta alla pollicizzazione dell’indice in entrambe le mani – ad allacciare catenine o bracciali con chiusura a moschettone.
Il percorso di questa nuova edizione di Hackability@Milano proseguirà con incontri mensili, previsti rispettivamente il 7 novembre, il 5 dicembre e il 9 gennaio. (S.B.)
Ringraziamo Chiara Bisignani per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: milano@hackability.it.
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