Ha avuto pieno successo la Settimana Blu 2019 organizzata dall’ADV (Associazione Disabili Visivi), che dal 23 novembre al 2 dicembre ha portato in Indonesia ben trentanove persone (ciechi, ipovedenti e accompagnatori), tra cui anche chi scrive, ed esattamente nella località di Nusa Dua a sud-est dell’Isola di Bali.
Il gruppo è partito con due diversi voli della Singapore Airlines da Milano e da Roma, giungendo a destinazione, con uno scalo a Singapore, dopo circa quindici ore complessive di viaggio. Fortunatamente il meteo ci ha assistito, con temperature tra i 28 e i 32 gradi e una leggera brezza che ha consentito di abbronzarci senza soffrire l’intensità del sole equatoriale.
Il resort che ci ha ospitato è di livello notevole, bello ed elegante, con molti spazi verdi e piante anche nei giardini interni agli edifici. Un’immersione totale nella natura, quindi, che ha visto ognuno dei partecipanti fare del proprio meglio per muoversi in autonomia quanto più possibile, imparando ad orientarsi geograficamente, cosa ovviamente non sempre facile per chi non vede.
Dal canto suo, il personale del resort è stato sempre pronto a darci una mano e ad accompagnarci ovunque con piacere e gentilezza.
La spiaggia del resort è grandissima, piena di alberi sui quali si arrampicavano e saltellavano degli scoiattolini tra i rami, mangiucchiando frutti e gettandone il nocciolo che spesso finiva sulla testa degli ospiti distesi all’ombra!
Uno dei fenomeni a mio parere più affascinanti, tipico delle zone equatoriali, è quello della marea: quando è bassa, le acque si ritirano tanto da rendere la spiaggia asciutta per centinaia di metri e lasciando scoperte vaste zone di vegetazione tipica. Era dunque sempre importante controllare l’orario dell’alta marea, per poter fare una nuotata degna di questo nome, altrimenti il rischio era di restare qualche ora a mollo, cosa comunque molto piacevole, data la temperatura dell’acqua intorno ai 28 gradi!
Per i più esigenti c’erano anche due piscine molto grandi e l’ultima sera, prima di rifare i bagagli e andare a cena, un gruppetto di sette-otto soci si è concesso un suggestivo aperitivo nel bar situato nell’isolotto in piscina, restando ben comodi su dei sedili in acqua!
Non sono mancate nemmeno attività acquatiche quali lo snorkeling [attività natatoria in superficie o fino a cinque metri di profondità, con l’utilizzo di un boccaglio, che in inglese si chiama appunto “snorkel”, N.d.R.] o il parasail [attività velica, N.d.R.], oltre a gite in barca per raggiungere una piccola isola, nella quale è stato possibile toccare elefanti, tartarughe, tucani, iguana e perfino serpenti!
Sono state inoltre organizzate alcune escursioni culturali per conoscere usi e costumi balinesi: qui abbiamo potuto ammirare alcune attività di artigianato locale, come un laboratorio per la realizzazione di gioielli in argento e un altro per la creazione di oggetti in legno, vere e proprie opere d’arte in entrambi i casi.
E abbiamo anche degustato tè e caffè aromatizzati a frutti e fiori del posto, nonché assaggiato il famoso Kopi Luwak, il caffè più caro del mondo, prodotto con bacche ingerite, parzialmente digerite e defecate dallo zibetto comune delle palme, detto “rattoscimmia”.
Si sono visitati templi induisti assistendo anche al rito di purificazione, né è mancato un giro per lo shopping nei mercatini tipici, un trekking lungo la zona delle risaie e la visione di spettacoli con danze e canti tipici indonesiani, animate da maschere e costumi particolari che abbiamo potuto toccare a fine spettacolo!
I turisti presenti provenivano da tutto il mondo, dalla Cina all’Australia, dal Giappone all’India, e ovviamente noi e pochi altri dall’Europa… In quel momento ho percepito quanto fossimo distanti dalla nostra Italia.
E da ultimo, ma non ultimo, il cibo. Ogni sera non c’era che l’imbarazzo della scelta tra i cinque ristoranti presenti nel resort, il Tamarindo sulla spiaggia, il Balinese, l’asiatico e due ristoranti a buffet con annesso spettacolo. Tutti ottimi i piatti, alcuni decisamente piccanti, anche se al punto giusto, buonissimi sia quelli di carne che di pesce, per non parlare delle verdure, della frutta e dei dolci!
Il gruppo si è divertito e rilassato e ha beneficiato di bel tempo per tutta la settimana. Nel sito dell’ADV è possibile trovare foto e vari commenti audio lasciati nella chat dei partecipanti che hanno condiviso il periodo trascorso insieme tra divertimento, relax, amicizia e solidarietà di tutti.
Per chi scrive, questi viaggi costituiscono sempre una grande fonte di arricchimento, non solo rispetto al luogo visitato in sé, ma soprattutto per l’aspetto umano e per i legami che si creano ogni anno tra noi. Ogni anno, infatti, una volta tornati a casa, si sente la mancanza della vita di gruppo.
Molti tra noi si conoscono da anni e vivendo in diverse città italiane, hanno difficoltà ad organizzarsi per incontrarsi; dunque è doveroso ringraziare l’ADV che dà l’opportunità di vivere una vacanza assieme in un clima veramente speciale, dando la possibilità di viaggiare in autonomia.
Questa volta, in particolare, c’erano delle guide per i soci non accompagnati che meritano di essere ringraziate una ad una: Laura, Francesca,il piccolo Luca e Dario, un giovane che ha svolto il Servizio Civile presso la Segreteria dell’ADV.
E naturalmente il nostro ringraziamento va a Giulio Nardone e alla moglie Mirella, presidente e tesoriera dell’Associazione, ma anche a tutti gli accompagnatori privati di alcuni soci che si sono spesi piacevolmente nel guidare chiunque di noi avesse necessità di “un’occhio”.
Esperta di ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), con delega su tali problematiche per l’ADV e per la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). È inoltre Certificata Disability Manager. Il presente testo – qui ripreso con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – è già stato reso pubblico all’interno di «Notizie Accessibili.it», rivista curata dall’ADV.
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