Tutele previdenziali, sostegno economico, diritto a curarsi, al riposo e alle ferie, politiche attive per il lavoro, snellimento burocratico: anche sulle pagine del nostro giornale il CONFAD (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) aveva recentemente enumerato i cinque punti ritenuti necessari per «una legge “fatta per bene”», che «tuteli realmente i diritti negati dei caregiver familiari, che si prendono cura di una persona cara in condizioni di non autosufficienza, assicurando loro una vita dignitosa».
Di fronte ora all’imminente avvio dell’iter in 11^ Commissione Permanente del Senato del Disegno di Legge S.1461 (Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare), il CONFAD afferma in una nota, a firma del presidente Alessandro Chiarini, che quel Disegno di Legge «non dev’essere approvato così com’è», essendo «di fatto privo di ogni fondamento di necessità atta a tutelare un ruolo, quello del caregiver familiare, così complesso per chi non lo esercita, ma così tristemente e palesemente noto a chi lo affronta».
In particolare, secondo il Coordinamento, le criticità riguardano la copertura finanziaria prevista, ritenuta «non adeguata alle necessità legittime dei caregiver familiari» e ancor più «l’eventuale ipotesi di riparto su base regionale del fondo dedicato, che viene giudicato «non adeguato per le già evidenti disparità di trattamento dei caregiver familiari sul territorio nazionale, oltreché per «un eccesso di burocratizzazione delle procedure, aggravata da possibili successive ripartizioni per sotto-ambiti, con conseguente ritardo temporale sulla possibilità di fruizione», nonché per «la violazione della libera scelta del caregiver familiare, unico destinatario diretto del fondo dedicato, al quale viene preclusa la volontà di ideare e mettere in atto un’azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla».
«Riteniamo inoltre non adeguate – prosegue la nota – le previsioni di “servizio a supporto al ruolo del caregiver familiare” e il “riconoscimento del caregiver familiare nella rete assistenziale”, data anche la carenza, se non quando l’assenza, di servizi e reti sul territorio nazionale».
«I caregiver familiari – concludono dal CONFAD – sono stanchi, non solo di attendere tutele, ma di più, di essere presi in giro: si dia dunque vita a una legge subito, ma seria e dignitosa». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: coordinamentofamigliedisabili@pec.it.
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