Nove azioni indispensabili per assicurare un buon inserimento lavorativo

Informazione, sensibilizzazione, accoglienza, valutazione, sostegno, orientamento, formazione, tutoraggio e monitoraggio: sono le nove azioni indispensabili nei confronti delle aziende da un lato, delle famiglie, dei lavoratori e degli operatori dall’altro, per assicurare la buona riuscita dell’inserimento lavorativo di una persona con sindrome di Down, così come sono stati elencati dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), nel corso del convegno conclusivo del progetto “Chi trova un lavoro trova un tesoro”
Giovane lavoratrice con sindrome di Down
Una giovane lavoratrice con sindrome di Down

Sono 221 i giovani e le giovani della rete AIPD (Associazione Italiana Persone Down) che lavorano. Lo ha sottolineato Monica Berarducci dell’Osservatorio sul Mondo del Lavoro dell’Associazione, nel corso del convegno conclusivo di Roma del grande progetto Chi trova un lavoro trova un tesoro (se ne legga la presentazione sulle nostre pagine), di cui è stata responsabile la stessa Berarducci, iniziativa promossa con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, allo scopo appunto di accompagnare numerosi giovani con sindrome di Down verso il lavoro, tramite la costruzione di condizioni e competenze.
«Si tratta – ha dichiarato Berarducci durante il convegno, tirando le somme di un impegno lungo ormai alcuni decenni – di 131 persone in più rispetto al 2013, e di quei 221, 165 sono stati assunti a tempo indeterminato, 47 a tempo determinato, mentre 9 hanno un contratto di apprendistato. Guardando poi solo all’ultimo anno, nel 2019 si sono concretizzate 23 nuove assunzioni a tempo indeterminato e 13 a tempo determinato, con la realizzazione, inoltre, di 112 tirocini locali di una durata dai 3 ai 12 mesi, Complessivamente, 62 persone con sindrome di Down sono state inserite in stage brevi e tirocini all’interno di progetti nazionali ed europei e per quanto concerne in particolare il progetto Chi trova un lavoro trova un tesoro, sono state avviate al lavoro 98 persone con sindrome di Down e formati 43 operatori di 26 territori, in 14 diverse Regioni».

Al di là poi dell’importanza dei dati quantitativi, significativo è anche il tipo di lavoro che quelle persone sono andate a svolgere. Più del 70% degli inserimenti sostenuti dall’AIPD, infatti, è in aziende private o nel settore pubblico, il resto in cooperative sociali: dai bar ai supermercati, dall’accoglienza alberghiera agli uffici pubblici, dai negozi ai saloni di bellezza, dagli aeroporti agli ospedali, tanti sono i settori di occupazione, «contrariamente al pregiudizio – viene sottolineato dall’AIPD – in base al quale vengono immaginati per lo più nella ristorazione o nei lavori ripetitivi».

Ma quali accortezze e attenzioni richiedono questi lavoratori? «L’impegno adeguato per loro – ha dichiarato Berarducci – è un part-time di 24 ore massime alla settimana, con turni fissi, mansioni semplici, ma con ruoli anche di responsabilità. Ciò che si rende in ogni caso necessario è una buona organizzazione del lavoro e dei compiti, la chiarezza dei ruoli e il riconoscimento del lavoratore in quanto tale».
A tal proposito, durante l’incontro conclusivo di Chi trova un lavoro trova un tesoro Berarducci ha illustrato anche un vero e proprio protocollo, in cui sintetizzare le nove azioni indispensabili per assicurare la buona riuscita di un inserimento lavorativo: ovvero, «nei confronti delle aziende da un lato, delle famiglie, dei lavoratori e degli operatori dall’altro, sono necessari: informazione, sensibilizzazione, accoglienza, valutazione, sostegno, orientamento, formazione, tutoraggio e monitoraggio».

Dal canto suo, l’AIPD offre sostegno alle aziende che accolgono tirocinanti o lavoratori con sindrome di Down, garantendo ai datori di lavoro accompagnamento nella fase di valutazione e selezione e nella definizione del rapporto di lavoro, oltre ad informazione e sensibilizzazione sul tema, tutoraggio nei primi mesi, monitoraggio del servizio nei primi anni, disponibilità a consulenze senza limiti di tempo.
«Tanti sarebbero in grado di lavorare – ha concluso Berarducci -, ma ancora troppo pochi sono quelli che ci riescono. Non esiste un censimento ufficiale dei lavoratori con sindrome di Down, ma quel che è certo è che in generale i numeri sono ancora troppo bassi. I pregiudizi ancora diffusi rendo indispensabili un lavoro di sensibilizzazione e un accompagnamento nel rapporto tra lavoratore e azienda: in questo è cruciale il ruolo delle Associazioni e dei servizi d’inserimento lavorativo».

Nel corso del convegno di Roma si è pure parlato di ciò che accade oltre i confini italiani, riferendosi segnatamente al progetto europeo Valueable, iniziativa anch’essa ampiamente presentata sulle nostre pagine, della quale l’AIPD è capofila.
Allargando lo sguardo e l’azione ad altri sei Paesi europei, Valueable ha finora coinvolto 103 aziende (19 in Portogallo, 40 in Spagna, 5 in Germania, 26 in Italia, 8 in Turchia e 5 in Ungheria). «Lo scopo di questo progetto – ha spiegato la coordinatrice Paola Vulterini – è quello di facilitare l’accesso delle persone con disabilità intellettiva alla formazione e all’inclusione lavorativa nel settore dell’ospitalità, attraverso partnership durevoli. Tra le azioni previste entro la fine del 2022, quando si concluderà la terza fase, c’è la realizzazione in alta comprensibilità di corsi HACCP, obbligatori per le professioni dell’alimentazione, per favorire e incrementare l’inserimento lavorativo nel settore della ristorazione, per il quale questa certificazione è indispensabile, ma spesso inaccessibile a chi ha una disabilità intellettiva. Quel che stiamo dimostrando, con Valueable, è che assumere questi lavoratori non è solo una “buona azione”, ma conviene all’azienda, in quanto migliora il clima lavorativo, si riduce la conflittualità, come ci è stato riferito da diversi imprenditori, e si incrementa anche la propria visibilità, grazie agli strumenti che il progetto e la rete offrono».

Particolarmente degni di nota, infine, sono stati gli interventi durante il convegno di due lavoratori con sindrome di Down, che insieme ai rispettivi datori di lavoro, hanno raccontato la propria esperienza.
Si tratta di Martina e Luca, rispettivamente lavoratrice e direttore presso il punto vendita Skechers di Euroma2; e di Lorenzo e Luca, lavoratore e responsabile presso l’ostello Hello Roma.
Importante anche la testimonianza di Lorenzo Mazza, socio dell’AIPD, che sta svolgendo un tirocinio finalizzato all’assunzione presso Decathlon, una delle catene con cui l’Associazione ha siglato un accordo nazionale di collaborazione a supporto dell’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down. Tra gli altri accordi da ricordare, anche quelli con Nh hotel, Hilton, Aqualux Bardolino, Lagardere e Nespress. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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