Va accolta con soddisfazione l’approvazione dell’emendamento proposto dal Governo su quelle che vengono definite le cosiddette “classi pollaio”, avvenuta nei giorni scorsi presso le Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio e Cultura della Camera, nell’àmbito della discussione della legge di conversione del Decreto Legge 162/19 (cosiddetto “Milleproroghe”). Il provvedimento sarà ora dibattuto in aula per la votazione finale e se in tale sede i Deputati confermeranno quanto già approvato dalle Commissioni, si avrà lo stanziamento di oltre 55 milioni di euro per aumentare l’organico dei docenti e diminuire così il numero di alunni nelle classi, a partire da quelle dove ci sono ragazzi con disabilità e cominciando dalla scuola secondaria di secondo grado.
L’obiettivo dichiarato della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è dunque quello di eliminare i “famigerati” organici di fatto e di rendere una “regola” senza più alcuna “deroga” la composizione delle classi con un numero massimo di 20 studenti, in presenza di alunni con disabilità.
Nel ringraziare la ministra Azzolina per avere voluto fortemente l’approvazione di tale emendamento, ricordiamo trattarsi del recepimento di un provvedimento da sempre richiesto dalle principali Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie.
Al proposito, vale certamente la pena rammentare che in merito alla formazione delle classi, il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 81/09 (articolo 5, comma 2), successivamente confermato nell’agosto del 2017 dalla Nota Ministeriale 1553, stabilisce che in caso di presenza di alunni con disabilità, il numero massimo di alunni non debba superare, di norma, i 20 per classe.
E tuttavia, la realtà delle classi di scuola italiana è ben altra e di certo molto più desolante. Infatti, solo pochi giorni fa, un’indagine dell’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) ha evidenziato che un altro anno è passato e nelle scuole italiane continuano ad essere presenti oltre 20.000 classi con più di 30 alunni. E sempre secondo l’ANIEF, tale criticità del nostro sistema educativo è prioritariamente frutto dell’innalzamento dei parametri della formazione delle classi imposti dall’articolo 64 della Legge 133/08.
In sostanza, quanto detto significa che mediamente ogni istituto autonomo detiene tre classi con un alto numero di iscritti, con buona pace, ovviamente, del processo d’inclusione dei discenti con disabilità.
Va da sé, quindi, che il deprecabile fenomeno tutto italiano delle cosiddette “classi pollaio” costringe i genitori degli allievi con disabilità a far sempre più sovente ricorso alla Magistratura per rendere esigibile il sacrosanto diritto allo studio dei propri figli. È però opinione di chi scrive e appare evidente ai più, che l’inclusione degli alunni e degli studenti con disabilità non la devono fare i Giudici, ma il rispetto delle leggi attualmente in vigore e, soprattutto, la non più rinviabile stabilizzazione dei circa 60.000 insegnanti di sostegno precari, con il loro definitivo transito dall’organico di fatto a quello di diritto.
Pertanto, non possiamo che salutare con grande favore l’approvazione dell’emendamento sull’eliminazione delle “classi pollaio”, intervento normativo che renderebbe finalmente “strutturale” e non più aleatoria l’inderogabilità di un massimo di 20 alunni per classe, in presenza di ragazzi o ragazze con disabilità. Siamo infatti convinti che questa fondamentale novità possa costituire un’ulteriore conquista di civiltà per il nostro sistema inclusivo.
Esperto di inclusione scolastica.
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