La salute a rischio

La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) lo aveva denunciato come un pericolo, ora è diventato un fatto concreto: la legge che equiparerà la laurea in scienze motorie a quella in fisioterapia è stata approvata dalla Camera, nonostante le proteste e le mobilitazioni. «Appare a rischio la stessa salute dei cittadini», secondo l'AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti)

Espressione quasi di disperazioneQuanto denunciato nei giorni scorsi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) si è puntualmente verificato: la laurea in scienze motorie è di fatto equipollente a quella in fisioterapia.
A stabilirlo infatti, dal 2 febbraio, è la Legge 6293, approvata dalla Camera (Conversione in legge del Decreto Legge del 5/12/2005, n. 250), che prevede all’articolo 1-septies il seguente provvedimento: «Il diploma di laurea in scienze motorie è equipollente al diploma di laurea in fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituire con decreto ministeriale, presso le università».

«Con tale dispositivo – denuncia l’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) – contenuto in un decreto omnibus di fine Legislatura, si regala la laurea in fisioterapia ad altri laureati non sanitari, si mette a rischio la salute dei cittadini, affidandoli a personale “abilitato” attraverso scappatoie che ridicolizzano gli ordinamenti didattici universitari, si vanifica lo spirito della legge sull’istituzione degli ordini approvata solo qualche giorno fa».

Il via libero alla legge è arrivato nonostante le proteste e le mobilitazioni attuate in questi giorni dai fisioterapisti, le migliaia di telefonate, fax e messaggi di posta elettronica giunti ai centralini della Camera e ai recapiti dei deputati.

«È una legge vergognosa e paradossale – rincara la dose Vincenzo Manigrasso, presidente dell’AIFI – anche perché contrasta con un’altra norma dello Stato, quella istitutiva degli ordini professionali, approvata il 24 gennaio. L’unico fatto positivo è che non è di immediata applicazione e quindi stiamo lavorando a fondo per chiedere ai Ministeri competenti di dare disposizioni affinché non vi siano “fughe in avanti” da parte di università o strutture sanitarie. Solleveremo anche il dubbio di Costituzionalità. Nel frattempo, manterremo alta l’attenzione e la mobilitazione, chiedendo ad associati e professionisti di fornire informazioni ai cittadini nelle strutture pubbliche e private».

E in tal senso, le mobilitazioni sono già incominciate, con un primo presidio di protesa e informazione alla cittadinanza, organizzato a Roma il giorno successivo all’approvazione della norma.
(S.B.)

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