Come funziona una leva? Che cosa sono la forza centrifuga e quella di gravità? Che cosa fa volare un aereo? Che cosa spinge in avanti un’automobile? Non è facile spiegarlo con poche parole ai bambini. Più semplice farlo – soprattutto se i bimbi hanno disabilità uditive o cognitive – attraverso trottole e piccole catapulte in legno, paracaduti di carta, macchinine a molla e fucili a elastico. Meglio ancora se i giochi si possono costruire con le proprie mani, come quelli della Mostra-Laboratorio Il Giocoscopio, organizzata a Bologna dalla Fondazione Gualandi, negli spazi dell’ex Cinema Splendor (Via Nosadella, 51/b), da venerdì 7 a mercoledì 26 ottobre.
Dedicata ai bambini delle scuole materne ed elementari, ma aperta a tutte le famiglie, la Mostra presenta quarantacinque giocattoli realizzati a mano dal “mastro giocattolaio” di Ravenna Roberto Papetti e raccolti dal pedagogista Mario Lodi per la Casa delle Arti e del Gioco di Cremona.
Ci sono alianti in compensato per conoscere le leggi del volo, barattoli-cagnolini che si muovono da soli grazie a un elastico e a un dado, strumenti musicali fatti con canne, tubi di plastica e cartoncini, auto a molla, burattini equilibristi e caleidoscopi. Giochi per imparare divertendosi, che i bambini possono non solo toccare, ma anche smontare e ricostruire: Il Giocoscopio, infatti, oltre che una mostra è un laboratorio, con animatori, interpreti in Lingua dei Segni, materiali e utensili a disposizione dei più piccoli, che si possono pure portare a casa i giochi che si costruiscono.
«Il gioco è la prima attività che proponiamo ai piccoli con difficoltà uditive e sul gioco si basano molte delle iniziative che facciamo qui, dal nido d’infanzia ai corsi per educatori», spiega Adele Messieri della Fondazione Gualandi. «Abbiamo voluto la mostra – continua – perché attraverso la costruzione del gioco tutti i bambini possano avvicinarsi ai princìpi della scienza e della fisica, meglio di quanto le parole possano loro spiegare».
«Il gioco è uno spazio di libertà assoluta – aggiunge Roberto Papetti, che sarà a Bologna nei giorni della Mostra -: o ci stai o non ci stai, nessuno può essere obbligato a giocare, perché se è obbligato non è gioco. Nel gioco c’è un’emotività che porta verso la consapevolezza di sé, oltre a una componente importante per lo sviluppo cognitivo e motorio. Peccato che nelle scuole se ne faccia sempre meno: giocare significa esplorare, provare e riprovare, divertirsi scoprendo qualcosa».
Nella Mostra-Laboratorio, dunque, scolaresche e famiglie potranno cimentarsi con molti dei giochi “di una volta”, quelli che i nonni insegnavano ai nipotini. «Sono almeno centocinquanta i giochi della tradizione, con infinite variazioni, ma ora rischiano di andare persi, soppiantati dalla Playstation – continua Papetti -. Bisogna rimettere in moto un meccanismo che si è bloccato, quello della trasmissione della cultura, che era legato alla strada, alla piazza, agli spazi aperti, dove incontravi qualcuno che ti insegnava».
E basta poco per imparare giocando. I giocattoli della mostra sono tutti fatti in legno e con materiali poveri di riciclo, come elastici, cartoncini, buste della spesa, tappi in sughero, viti, bottiglie e fili di nailon. «Nel mondo – conclude il “mastro giocattolaio di Ravenna – c’è un’iperproduzione di materiali legata al consumo, tutto ci è dato, nessuno riflette più, nessuno fantastica. Ma la quantità di scarti fuori dal normale può essere una risorsa per creare giocattoli straordinari. Chissà che avrebbero fatto i bambini di ieri se avessero avuto tutti i materiali che ci sono oggi…». (Ufficio Stampa Agenda)
Per ulteriori informazioni: Fondazione Gualandi, tel. 051 6446656, iniziative@fondazionegualandi.it; Ufficio Stampa Agenda, tel. 051 330155, ufficiostampa@agendanet.it.
Articoli Correlati
- La Fondazione Gualandi apre le porte alla città In occasione di un convegno organizzato per ricordare il centenario dalla scomparsa di don Giuseppe Gualandi, la Fondazione Gualandi a favore dei sordi aprirà il 20 ottobre le porte della…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Proprio niente è impossibile, nemmeno pilotare un aereo... ...soprattutto se a farlo è una persona non vedente, che grazie alla giusta tecnologia e alla grande disponibilità di un istruttore, può effettivamente riuscirvi, come capita a Sabrina Papa, il…