L’emergenza sanitaria che sta vivendo il nostro Paese influisce notevolmente sulla libertà di movimento e le abitudini, non solo dei cittadini, ma anche degli animali e in modo particolare di quelli domestici.
Molti italiani nelle proprie case possiedono un cane o un gatto i quali, in questi giorni, sono una fonte di compagnia, gioco e divertimento. Come molti giustamente sapranno, per esperienza diretta o non, i cani e i gatti sono esseri molto legati alle proprie abitudini e ai propri orari. Se da un lato numerosi quattrozampe e felini sono entusiasti della presenza del proprio padrone o della sua famiglia in casa per tutto il giorno, altri invece vedono ciò come un’invasione di spazio e uno sconvolgimento dei propri ritmi, che cagionano stress e nervosismo.
I cani che vivono nelle nostre abitazioni vengono comunemente classificati come “cani da compagnia”, però non bisogna dimenticare che, sempre più frequentemente, vengono utilizzati per lavori di pubblica utilità (come i cani antidroga o i cani poliziotto) o di soccorso (come i cani da valanga), compiti che li identificano quali “cani da lavoro”; ma i quattrozampe possono svolgere, previo specifico addestramento, anche un servizio di assistenza ai loro proprietari (basti pensare ai cani guida per non vedenti e ipovedenti o ai cani da assistenza per persone con epilessia o inferme).
I cani guida sono un prezioso supporto nell’orientamento personale, ma anche un solido sostegno psicologico nell’affrontare le diverse sfide che quotidianamente si possono incontrare: si pensi ad esempio alle autovetture parcheggiate in doppia fila, ai ciclisti che prediligono i marciapiedi anziché la pista loro dedicata, a scooter e biciclette accostati non negli stalli predisposti, ma in modo scorretto sui marciapiedi, o in prossimità delle fermate dei mezzi di trasporto o di portoni d’ingresso di condomìni o uffici pubblici.
Le specie scelte per l’attività di guida per i ciechi in Italia sono i Labrador Retriever, i Golden Retriever, i Flat Coated Retriever e i Pastori Tedeschi, questi ultimi meno impiegati rispetto al passato, in quanto predisposti maggiormente a patologie fisiche e caratterizzati da un’indole rigida e anche più difficilmente addestrabile e, successivamente, gestibile da parte di molti disabili visivi.
In Italia si stima che i cani guida attualmente in servizio siano circa un migliaio e fra loro vorrei ricordare una Labrador Retriever di sette anni di nome Tessa.
Tessa è da più di cinque anni il mio cane guida, insieme abbiamo vissuto molte esperienze e avventure che per narrarle non basterebbe un libro.
È un cane guida molto attento e scrupoloso, vigile e dotato di una grandissima memoria. Se nella vita professionale è eccellente, in quella privata si diverte con i propri giochi, disseminandoli ovunque, e non si lascia scappare un pisolino in una delle coperte posizionate in casa o nella sua cuccia, regalatale per l’ultimo Natale. Quando non è in servizio, si diletta in corse sfrenate in area cani e a far conoscenza e amicizia con tutti i quattrozampe che trova sul suo percorso.
In questo momento, però, tutto ciò è fortemente limitato: gli interventi normativi del Governo centrale e di quelli Regionali hanno previsto la chiusura di parchi e aree verdi all’aperto, ma anche un’importante limitazione di movimento dei cittadini.
Nelle vicinanze della mia abitazione si trova un’area cani, presso la quale mi dirigevo per consentire a Tessa non solo di soddisfare i propri bisogni corporali, ma anche di correre e di socializzare. In queste settimane ho constatato un progressivo decadimento emotivo del mio cane, determinato sia dalla sua quasi assenza di attività lavorativa, sia dal fatto che è obbligata a servirsi di un piccolo lembo di erba per fare i propri bisogni, rigorosamente al guinzaglio in quanto non posso scioglierla poiché non potrei vedere dove va.
Fortunatamente qualche giorno fa io e il mio compagno, anch’egli non vedente, abbiamo avuto l’occasione di incontrare una coppia che ci ha indicato come raggiungere due aree cani nel nostro quartiere, dando sollievo ad alcune mie preoccupazioni sul benessere psicofisico e sociale di Tessa.
L’attività lavorativa per i cani come Tessa è di vitale importanza, perché lo scopo fondamentale della loro vita, per il quale sono stati addestrati e per cui ricevono coccole, carezze e gratificazioni non culinarie, è quello di accompagnare il proprio padrone ed aiutarlo.
Per tutti i cani, in special modo per i Retriever, sono importanti l’esercizio fisico e il sentirsi utili, non solo per il proprio padrone, ma anche per l’intera famiglia. Le implicazioni fisiche e psicologiche dell’attuale situazione, come ho potuto constatare in queste settimane, stanno negativamente influenzando Tessa che risulta più stanca, demotivata e bisognosa di giocare e socializzare con i suoi simili.
I cani guida, a mio modo di vedere, sono maggiormente colpiti in questo periodo: in primo luogo come esseri viventi e in secondo luogo come cani lavoratori o da assistenza. Per sollevare il morale della mia compagna a quattro zampe, le ripeto costantemente che presto torneremo a viaggiare, ad andare al cinema e a teatro, che ci recheremo a trovare amici e che quotidianamente mi accompagnerà al lavoro, e infine che faremo le nostre interminabili passeggiate fra le vetrine scintillanti del centro di Milano o nel verde di Parco Sempione.
In questi giorni così particolari, oltre a parlarle costantemente, cerco di farla giocare con Bobby, il suo peluche preferito, e con il suo gioco, facendolo rotolare in cucina e in ingresso.
Il consiglio che vorrei dare a tutti coloro che possiedono un cane è quello di stargli vicino, di coccolarlo e farlo giocare, di portarlo a fare qualche passeggiata e di dargli l’opportunità di socializzare con altri cani e di correre nelle aree predisposte, mantenendo fra voi e gli altri la giusta distanza.
È mio fermo desiderio, inoltre, ricordare a tutti che i nostri animali domestici non sono veicolo di trasmissione del virus e quindi vi esorto a non abbandonarli per alcun motivo.
Testo e immagine prodotti nell’àmbito dell’iniziativa Dialogo nel buio dell’Istituto dei Ciechi di Milano (titolo originario: “E i cani guida?”). Per gentile concessione. Ringraziamo per la collaborazione Franco Lisi, direttore scientifico dell’Istituto.
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