La nomina di Giampiero Griffo a componente del comitato di esperti che dovrà stilare le regole della cosiddetta “fase 2”, e che saluto con grande favore, mi porta a fare alcune considerazioni.
La drammatica situazione che tutti stiamo vivendo ci dovrà insegnare che bisognerà riscrivere molte delle regole sociali che finora hanno accompagnato la nostra quotidianità, tenendo ben presenti i moltissimi errori fatti, ma anche le troppe norme, dichiarazioni di intenti, convenzioni pur esistenti e mai applicate, come, tanto per cominciare, gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile presenti nell’Agenda ONU 2030: “nessuno deve essere lasciato indietro”, essi ci dicono, ma sappiamo quanto queste parole siano lettera morta.
Così confido, tanto per fare qualche esempio, che le piattaforme, i siti web, le applicazioni per dispositivi mobili vengano rese pienamente e realmente accessibili anche alle persone cieche e ipovedenti, come del resto prevedeva già la cosiddetta “Legge Stanca” del 2004 [Legge 4/04, N.d.R.]; che la didattica a distanza possa essere fruita da tutti, studenti e docenti, più o meno abili; che lo smart working (“lavoro agile”), già previsto dal nostro ordinamento, venga posto in essere dalle aziende e dalle Pubbliche Amministrazioni per agevolare l’occupazione delle persone con disabilità, data la nota difficoltà che esse incontrano nella mobilità; che le regole della distanza sociale conoscano delle deroghe a favore delle persone sordocieche e con disabilità visive, che le mascherine che tutti dovremo indossare debbano essere a misura anche delle persone sorde che si servono della lettura labiale; che le Federazioni e le Associazioni di e per persone con disabilità possano avere effettiva voce in capitolo nella gestione delle emergenze, come prescrivono la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, nonché La Carta di Verona (Sul salvataggio delle persone con disabilità in caso di disastri) pubblicata nel 2007.
«Uguaglianza è dare a tutte le persone le stesse cose, equità è dare a tutti le stesse possibilità», recita un famoso adagio: ricordiamocene.
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