Forti dubbi sull’opportunità di riaprire quelle strutture della Campania

«Esprimiamo forti dubbi sull’apertura dei Centri Semiresidenziali e dei Centri Diurni integrati per anziani, persone affette da demenza e persone con disabilità»: lo dichiarano dalla FISH Campania, commentando un Decreto della propria Regione, che ha appunto stabilito il riavvio dei servizi erogati dai Centri di Riabilitazione e dalle Cooperative. La stessa Federazione, dunque, ha chiesto l’attivazione di una serie di misure a tutela delle persone con disabilità, delle famiglie e degli operatori, senza le quali «quel Decreto dovrebbe essere rinviato almeno fino alla “fase 2” dell’emergenza»

Persona in carrozzina che entra in una struttura«Pur apprezzando la ripartenza dei servizi socio-sanitari e lo sforzo messo in campo dalla Regione per quanto riguarda ad esempio l’attivazione dei servizi alternativi, come le UCAT (Unità di Continuità Assistenziale Territoriale), esprimiamo forti dubbi per quanto riguarda l’apertura dei Centri Semiresidenziali (articolo 26 della Legge 833/78) e dei Centri Diurni integrati per anziani, persone affette da demenza e persone con disabilità, già a partire da ieri, 14 aprile»: lo dichiara in una nota Daniele Romano, presidente della FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commentando il Decreto n. 83 della Regione Campania, pubblicato il 9 aprile scorso (La Campania riparte-Programma transitorio per i servizi socio-sanitari e riabilitativi nella fase emergenziale COVID 19), ove si è stabilito tra l’altro il riavvio dei servizi erogati dai Centri di Riabilitazione e dalle Cooperative.
«I nostri timori – dichiara a tal proposito Romano – sono riconducibili al fatto che ad oggi ci troviamo ancora in una situazione emergenziale, dove le persone con disabilità, e soprattutto quelle con disabilità intellettiva e del neurosviluppo, sono esposte ancora di più al rischio di contagio. Tutti noi stiamo facendo grandi sacrifici, ma riavviando tutte le prestazioni socio-sanitarie, senza mettere in campo misure di prevenzione, quei sacrifici potrebbero rendersi vani, qualora in modo inconsapevole si innescassero possibili casi di contagio, come è accaduto in Lombardia».

Con una nota, dunque, inviata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (disponibile a questo link), la FISH Campania ha proposto di procedere con «la somministrazione regolare di test diagnostici a scopo preventivo a tutti gli operatori, le persone con disabilità e le loro famiglie, a prescindere dal riscontro di un operatore o di una persona con disabilità e/o familiare positivo al coronavirus; la distribuzione di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) alle strutture pubbliche e private convenzionate, per anziani e disabili, agli operatori, alle persone con disabilità e alle loro famiglie; la formazione di tutti gli operatori, delle persone con disabilità e delle loro famiglie per quanto riguarda le procedure da rispettare in materia di prevenzione; la sanificazione di tutti i luoghi frequentati dalle persone con disabilità e dagli operatori».
«L’attivazione di queste misure – ha scritto quindi Romano – andrebbe a tutelare le persone con disabilità, le famiglie, gli operatori delle Cooperative e dei Centri di riabilitazione. Senza questi provvedimenti, invece, chiediamo il rinvio del Decreto n. 83 a quando l’emergenza da Covid-19 entrerà nella cosiddetta “fase 2”, molto probabilmente a maggio».

«Ci auguriamo dunque – concludono dalla FISH Campania – che la Regione Campania metta in campo tutte le misure di prevenzione possibili, per garantire che l’erogazione dei servizi possa avvenire in totale sicurezza, al contrario di come purtroppo è avvenuto in altre Regioni e non demandando tutta la responsabilità alle famiglie delle persone con disabilità e a agli enti gestori dei servizi sociosanitari». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: federhand.fishcampania@gmail.com.

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