«Tutelare la salute delle persone con disabilità e degli operatori di tutte le strutture residenziali e abitative per persone con disabilità, garantendo loro l’accesso ai test diagnostici e la fornitura di dispositivi di protezione individuale, strumenti e procedure che permettono di limitare la diffusione del Covid-19 e riducono il rischio di contagio per le categorie più fragili»: è sostanzialmente questa la richiesta contenuta in una lettera inviata alla Regione Lombardia dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
A fronte dunque della perdurante situazione di emergenza, la LEDHA ha chiesto innanzitutto alla propria Regione di «dedicare particolare attenzione a garantire a tutte le persone con disabilità, di ogni età, l’accesso alle migliori cure sanitarie possibili, indipendentemente dal bisogno di sostegno delle persone e dal luogo in cui vivono, sia esso una casa o un servizio residenziale». Altra richiesta è quella che tutti gli operatori e gli ospiti, sempre a prescindere dall’età, di ogni struttura residenziale e abitativa per persone con disabilità, «vengano sottoposti a regolari test diagnostici, a prescindere dal riscontro di un operatore o di un paziente positivo al coronavirus», garantendo inoltre una regolare fornitura dei necessari dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine, occhiali), sempre sia agli ospiti che agli operatori.
E ancora, la Federazione lombarda ha chiesto «di favorire in ogni modo, di concerto con le Agenzie di Tutela della Salute e con le Amministrazioni Comunali, l’emanazione degli atti amministrativi necessari agli enti gestori di unità di offerta semiresidenziale e agli enti gestori di servizi di assistenza educativa e di assistenza alla comunicazione, per continuare il proprio lavoro in favore degli adulti e dei bambini con disabilità», come del resto previsto dall’articolo 48 del Decreto Legge cosiddetto “Cura Italia”.
Particolare attenzione, quindi, si è chiesto di prestare alle «persone con disabilità che necessitano di maggior sostegno, che vivono sole con l’assistente personale o con genitori anziani, monitorando giornalmente la situazione per via telefonica, facendo sì che non restino prive di assistenza». Questo pensando anche alla possibilità di attivare la consegna a domicilio di farmaci, presìdi e sussidi sanitari.
La LEDHA, infine, ha chiesto alla Regione di costituire – di concerto con le organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie – una «“Unità Speciale Regionale”, dedicata all’assistenza delle persone con disabilità, che possa favorire il costante flusso di informazioni e il confronto continuo, premessa necessaria per l’assunzione di decisioni efficaci e di impatto, per la tutela della salute delle stesse persone con disabilità e delle loro comunità sociali di appartenenza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.
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