Per noi il tatto è vista, per alcuni di noi anche molto di più

«Per noi il tatto è vista - dice Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro - e per alcuni di noi anche molto di più. Questo virus, purtroppo, si trasmette anche con il contatto delle mani e questo è atroce per chi, attraverso il tatto, si orienta e comunica con il mondo. Avere quindi accesso ai presìdi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa del nostro isolamento»: per questo la Lega del Filo d’Oro ha lanciato la campagna “Un contatto che vale”, volta appunto all’acquisto di dispositivi di protezione individuale
Bimbo sordocieco insieme a un'operatrice della Lega del Filo d'Oro
Un bimbo sordocieco insieme a un’operatrice della Lega del Filo d’Oro

«Siamo tutti in isolamento, ma pensate all’isolamento di chi non vede, non sente e non parla»: sono parole di Renzo Arbore, testimonial “storico” della Lega del Filo d’Oro, con le quali è stata lanciata in questi giorni da quest’ultima organizzazione la campagna denominata Un contatto che vale.
Come già sottolineato anche sulle nostre pagine, durante l’attuale emergenza sociosanitaria, ad esempio con l’articolo Non abbandonateci: per noi il tatto è fondamentale!, le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, così come tutti coloro che presentano patologie cronico-degenerative, pluridisabilità e, più in generale, un quadro clinico già compromesso, rappresentano una delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il coronavirus, ma sono anche più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla pandemia in corso.
«Si tratta di persone – come spiegano dall’Associazione nata alla fine degli Anni Sessanta a Osimo (Ancona) – che nella maggioranza dei casi hanno bisogno di assistenza continua. Per loro e per i loro familiari, l’attuale pandemia è estremamente rischiosa. Data infatti la minorazione sensoriale, essi utilizzano prevalentemente il tatto per comunicare e conoscere l’ambiente circostante e in un momento in cui la raccomandazione è quella di mantenere la distanza di sicurezza, questo rappresenta un ulteriore, enorme, ostacolo. Al momento attuale, l’esigenza maggiormente urgente è quella di continuare a reperire dispositivi di protezione individuale e di sanificare gli ambienti, per ridurre il rischio di contagio e tutelare la salute degli utenti e del personale. Dal canto nostro abbiamo chiesto alle Istituzioni che le persone sordocieche siano equiparate al personale sanitario, per avere accesso alle mascherine e a tutti i dispositivi di protezione necessari».
Proprio per poter garantire assistenza e cure, dunque, e la miglior ripresa possibile delle attività, è stata lanciata, anche tramite un numero verde (800 915000) la campagna #uncontattochevale, volta appunto all’acquisto di dispositivi di protezione individuale.

«Per noi – è l’appello di Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro – il tatto è vista, e per alcuni di noi anche molto di più. Questa situazione, difficile per tutti, mette a dura prova chi già viveva una vita difficile prima. Questo virus, purtroppo, si può trasmettere anche con il contatto delle mani e questo è atroce per chi, come noi persone sordocieche, attraverso il tatto si orienta e comunica con il mondo. Per noi, quindi, avere accesso ai presìdi sanitari di prevenzione è necessario per allentare la morsa dell’isolamento a cui siamo stati confinati».

«Se questo è per tutti noi un momento molto duro – dichiara il Presidente della Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli –, sono le persone che già vivevano prima dell’epidemia una condizione estremamente difficile, quelle che non devono essere dimenticate e lasciate indietro. Dobbiamo poter garantire assistenza e cura in sicurezza alle persone sordocieche e alle loro famiglie e al nostro personale, oltre a riprendere al più presto le attività educativo riabilitative. Ce lo chiedono le famiglie, che da sole stanno sopportando un carico enorme di fatica e preoccupazione; lo dobbiamo alle persone e ai bambini sordociechi con cui abbiamo iniziato percorsi terapeutici riabilitativi e che rischiano di perdere i progressi fatti se non riprendono i trattamenti. Ci stiamo facendo carico di un impegno economico ingente e straordinario che non riusciremo a sostenere ancora molto a lungo senza anche i ricavi provenienti dalle Istituzioni, sospesi a causa della chiusura obbligata di alcuni servizi, e fondamentali per sostenere il funzionamento delle nostre sedi in dieci regioni d’Italia. Per questo chiediamo il sostegno di tutti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: f.riccardi@inc-comunicazione.it (Francesca Riccardi); ambrogini.c@legadelfilodoro.it (Chiara Ambrogini).

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