«Non è un caso – scrive Antonio Prata, curatore della quinta edizione del Festival dei Diritti Umani, in corso di svolgimento fino a domani, 7 maggio, per la prima volta in live streaming online – che quest’anno il nostro Festival sia dedicato alla disabilità. E non è nemmeno casuale che l’evento si svolga proprio nel pieno di un’emergenza pandemica come quella che stiamo vivendo in questo periodo. Una condizione in cui svaniscono improvvisamente molte di quelle certezze che fino a ieri ci rendevano quasi indistruttibili. Siamo costretti a confrontarci con le nostre fragilità, con la paura di non farcela, a riconoscere i nostri limiti e ad aggrapparci all’imprescindibile risorsa della solidarietà. Sono stati d’animo che viviamo in periodi come questo, ma con i quali la maggioranza delle persone con disabilità convive, lottando quotidianamente contro difficoltà suscitate spesso dalla disattenzione della società tutta e dalle maglie burocratiche dei sistemi sanitari».
«Lo sforzo di questa edizione del Festival – si legge ancora nella presentazione dell’evento – è proprio quello di portare le persone a riflettere sulla trasversalità della dicotomia abile/disabile. E la Ruota di Duchamp, scelta per il manifesto di questa quinta edizione, vuole essere proprio un invito ad accostarsi alle occasioni di riflessione che ci vengono proposte in queste giornate di discussione, ricordandosi prima di tutto di non dare nulla per scontato: perché se ribaltiamo il punto di partenza, non ci resta che riconoscere che siamo tutti abili, e nessuno è disabile».
Da vicino nessuno è disabile è quindi lo slogan scelto quest’anno per un’edizione diffusa in modo totalmente diverso dagli anni precedenti, alla luce della straordinarietà di questo periodo, ma ugualmente ricca di dibattiti, incontri con ospiti in studio o videocollegati, oltre a mostre fotografiche e docufilm, due dei quali presentati in prima nazionale, dialogando in modo interattivo con il pubblico. Quasi tutti i protagonisti, inoltre, sono persone con disabilità o che operano nel mondo della disabilità, dal welfare allo sport, dalla politica all’arte, dal mondo della comunicazione a quello dello spettacolo.
«La nostra risposta alle chiusure imposte dal coronavirus è stata di aprirsi! – sottolinea il direttore della manifestazione Danilo De Biasio – Costretti infatti all’allontanamento, abbiamo rilanciato sui social, decidendo che volevamo un Festival vero, fatto di persone, testimonianze, storie da portare nelle case di tutti, che non perdesse dunque la propria identità e restasse capace di far conoscere, emozionare, denunciare». (S.B.)
Accedendo al sito del Festival dei Diritti Umani si potrà assistere e/o partecipare ai vari eventi previsti fino a domani, 7 maggio. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@festivaldirittiumani.it.
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