Costruire una rete permanente di protezione sociale

«Una parte significativa delle risorse del “Recovery Plan” europeo dovrà servire a creare una rete permanente di protezione sociale che metta in connessione i bisogni delle persone e delle comunità con le Istituzioni e il Terzo Settore. Va infatti valorizzato il ruolo sociale ed economico del Terzo Settore per il quale è indispensabile prevedere misure di sostegno alla capitalizzazione del sistema e ai processi di innovazione tecnologica e organizzativa»: lo ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore, durante il suo intervento agli Stati Generali dell’Economia
Claudia Fiaschi agli Stati Generali dell'Economia, giugno 2020
L’intervento di Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, agli Stati Generali dell’Economia

«Una parte significativa delle risorse del Recovery Plan [il Piano per la ripresa dell’Europa, in discussione presso la Commissione Europea, N.d.r.] dovrà essere dedicata alla creazione di una rete permanente di protezione sociale che metta in connessione i bisogni delle persone e delle comunità con le Istituzioni e il Terzo Settore. Serve infatti una valorizzazione del ruolo sociale ed economico del Terzo Settore per il quale è indispensabile prevedere misure di sostegno alla capitalizzazione del sistema e ai processi di innovazione tecnologica e organizzativa».
Lo ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, durante il suo intervento agli Stati Generali dell’Economia, che ha coinciso con la presentazione di un documento, da parte del Forum stesso, per il rilancio del Paese.

Secondo il Forum, «il primo passo dovrà essere quello di definire i LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, previsti dalla Costituzione e mai attuati, indispensabili per configurare un piano di azione sociale omogeneo e attento ai soggetti più fragili. Quest’ultimo dovrà anche essere l’occasione per far evolvere il potenziale sociale, economico ed occupazionale di alcuni settori di attività del Terzo Settore, come quelli della cultura e dello sport sociale spesso in prima linea proprio nei territori più deboli. Né va sottovalutato il ruolo della cooperazione sociale e dell’impresa sociale nelle politiche attive per il lavoro a favore delle persone più deboli nell’accesso al mercato del lavoro».
“Per questo – ha spiegato Fiaschi durante il confronto – siamo convinti che oggi sia assolutamente necessaria l’attivazione di un piano pluriennale, che permetta al Paese di assumere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dettati dall’Agenda ONU 2030 ».

«Rappresentato da oltre 350.000 organizzazioni, 5 milioni e mezzo di volontari e 850.000 dipendenti, il Terzo Settore – ha aggiunto la Portavoce del Forum – è un attore principale dell’economia sociale del Paese. Rappresentiamo circa il 4% del Prodotto Interno Lordo e possiamo contribuire attivamente nella definizione e nell’attuazione delle politiche in diversi àmbiti. Il nostro modello di economia sociale sostiene i cittadini e i territori più fragili, opera per la riduzione di povertà e diseguaglianze e per la crescita di fiducia, coesione sociale e democrazia».

«Siamo quindi convinti – ha concluso Fiaschi – che sia importante predisporre un modello di sviluppo, all’interno del quadro internazionale, che inserisca l’economia sociale come pilastro fondamentale per lo sviluppo dell’Europa». (S.B.)

A questo link è disponibile l’elenco dei soci (tra i quali la FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it (Anna Monterubbianesi).

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