Per un nuovo percorso di gestione delle persone con maculopatia

Sono partiti i primi incontri virtuali regionali tra i responsabili dei Centri Retina Ospedalieri di Campania, Piemonte e Puglia, nel quadro del progetto “LEAN”, voluto per favorire l’analisi delle criticità, la condivisione delle esperienze e l’individuazione di efficaci soluzioni, allo scopo di definire, con la ripresa delle normali attività sanitarie, un nuovo percorso diagnostico e terapeutico per le persone affette da maculopatia, malattia cronica oculare sempre più diffusa, specie nella popolazione ultrasessantenne, che è una tra le principali cause di ipovisione e cecità
Visione di una persona con maculopatia
Visione di una persona con maculopatia

Sono partiti qualche settimana fa i primi incontri virtuali regionali tra i responsabili dei Centri Retina Ospedalieri di Campania, Piemonte e Puglia che hanno l’obiettivo di favorire l’analisi delle criticità, la condivisione delle esperienze e l’individuazione di efficaci soluzioni per definire un nuovo percorso diagnostico e terapeutico per le persone affette da patologie retiniche come la maculopatia.
Quest’ultima, lo ricordiamo, è una malattia cronica oculare sempre più diffusa, specie nella popolazione ultrasessantenne, tanto che ogni anno si ammalano in Italia 20.000 persone solo di maculopatia degenerativa legata all’età. Si tratta di una tra le principali cause di ipovisione e cecità.

Durante i mesi di lockdown, è ben noto, anche le strutture sanitarie sono state coinvolte nella riduzione delle attività, limitando in alcuni casi gli accessi alle sole urgenze. Inoltre, in molte realtà le sale operatorie sono state destinate alla gestione dell’emergenza Covid-19, precludendo ai pazienti con maculopatia i necessari trattamenti intravitreali.
«L’impatto negativo delle restrizioni sull’attività dei Centri Retina è stato molto forte – sottolinea Francesca Simonelli, che dirige la Clinica Oculistica dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli -, in quanto ha rallentato la continuità terapeutica di chi era in cura, che comunque è stata per lo più garantita, ma soprattutto ha fortemente limitato le nuove diagnosi e l’inizio delle cure per i pazienti, molto spesso anziani e fragili. Tutto ciò ha determinato un’inevitabile limitazione dell’efficacia del trattamento, dato che la tempestività della cura è cruciale per il recupero visivo».

Con la ripresa graduale delle attività, dunque, si è reso necessario ridisegnare il percorso dei pazienti all’interno delle strutture ospedaliere, al fine di garantire sia l’accesso e la continuità terapeutica, sia la sicurezza del personale sanitario e dei pazienti stessi, considerando che gli interventi di oftalmologia non consentono di operare mantenendo le distanze interpersonali raccomandate.
È nato per questo il progetto LEAN (Virtual Meeting on Patient Journey), che attraverso la realizzazione di alcuni tavoli regionali, sotto la direzione scientifica della citata Francesca Simonelli, di Beatrice Brogliatti, già docente associata alla Clinica Oculistica dell’Università di Torino, di Guido Caramello, primario emerito di Oftalmologia, responsabile dell’Oculistica al Centro ABAX di Cuneo e di Giovanni Alessio, direttore della Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Consorziale Bari, si propone di definire un nuovo percorso di gestione delle persone con maculopatia.

«Il confronto tra oculisti, medici legali, esperti di gestione del rischio e di organizzazione dei processi e di supporto digitale in Sanità – spiega Paolo Locatelli del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, che negli ultimi anni ha analizzato le modalità di gestione dei pazienti maculopatici nei Centri Retina italiani – permette di comprendere le reali dimensioni dell’impatto dell’emergenza da Covid-19 nell’accesso dei pazienti alle cure e di individuare più efficacemente le possibili soluzioni utili a offrire un percorso di cura efficace nel contesto regionale. Il valore aggiunto di questi meeting è l’identificazione di azioni concrete e attuabili nei Centri Clinici di un definito contesto regionale e delle modalità per misurare l’efficacia di tali azioni».

Il progetto LEAN coinvolge ad oggi circa quaranta centri ospedalieri di Campania, Piemonte e Puglia ed entro la fine di luglio si completerà un ciclo di incontri virtuali, realizzati con il supporto e la consulenza tecnica e organizzativa di AIM Group International e la sponsorizzazione non vincolante di Novartis.
«I tavoli di lavoro virtuali interdisciplinari che abbiamo creato – dichiara ancora Simonelli – sono molto utili per raccogliere pareri ed esperienze sui problemi attuali tecnici e organizzativi e trovare soluzioni concrete applicabili al percorso diagnostico e terapeutico del paziente nel breve e nel lungo termine. Grazie a questi incontri, inoltre, possiamo anche mettere in rete i Centri Regionali, nell’ottica di un coordinamento degli interventi che, favorendo il supporto reciproco, aiuti a ridurre i tempi di attesa e a trattare un maggior numero di pazienti».

«La ripartenza dell’attività ospedaliera oftalmologica in piena sicurezza – fa notare dal canto suo Alessandro Dell’Erba, docente di Medicina Legale all’Università di Bari – è particolarmente complessa, perché occorre garantire che sia il paziente sia il personale sanitario siano Covid-free e tutelati da possibili contagi. Per essere più efficaci si è deciso pertanto di procedere a un confronto delle analisi e dei sondaggi effettuati nelle varie Regioni, in modo tale da trarre lezioni utili a tutti per ripensare il modello organizzativo. Questo lavoro è importante perché le strategie che saranno individuate resteranno valide fino a che non si arriverà ad avere la disponibilità del vaccino e la copertura vaccinale dell’80% della popolazione, quindi almeno per un anno». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Gianluca Trezzi (g.trezzi@aimgroup.eu).

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