«Individuare, promuovere e realizzare iniziative comuni di sostegno alle comunità in Italia nell’ambito dell’emergenza sanitaria e dei suoi effetti secondari, quali, tra gli altri, l’aggravamento della condizione di povertà, l’inasprimento delle disuguaglianze sociali, il rischio di abbandono scolastico o di carenze educative, il rischio di carenze nella tutela della salute, il rischio di violenze con particolare attenzione ai diritti e alle condizioni di vita delle bambine e dei bambini e degli adolescenti, compresi i minori con disabilità, quelli fuori dalle famiglie o bambini e adolescenti rifugiati, richiedenti asilo e migranti, accompagnati e non»: è questo uno dei principali obiettivi del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e il Comitato Italiano per l’UNICEF, iniziativa voluta per avviare una reciproca collaborazione mirata alla tutela dell’infanzia sul territorio italiano, sia nel periodo di emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19, sia dopo che questa potrà considerarsi contenuta e terminata.
Oltre poi all’esplicita citazione riferita ai «minori con disabilità», significative sono anche le parole pronunciate per l’occasione da Francesco Samengo, presidente dell’UNICEF Italia, che ha dichiarato: «Tutti i bambini hanno il diritto di sopravvivere, crescere e realizzare le proprie potenzialità per costruire un mondo più a misura di bambino. Sono certo che, grazie a questo Protocollo con la CEI, potremo compiere attività concrete per far fronte all’emergenza sanitaria e, soprattutto, per prevenire i suoi gravi effetti secondari sulle condizioni di vita di tanti bambini e adolescenti, in particolare le conseguenze sulla crescita della povertà e delle disuguaglianze, avendo particolare attenzione ai più vulnerabili e invisibili». E i minori con disabilità, come spesso dobbiamo purtroppo sottolineare anche su queste pagine, sono senza dubbio “i più vulnerabili tra i vulnerabili”.
Tra gli altri obiettivi fissati dal Protocollo – che avrà la durata di tre anni – vanno poi segnalati la volontà di «individuare, sviluppare ed attuare iniziative comuni per la tutela dei minori in Italia e per il miglioramento delle loro condizioni di vita e la loro piena partecipazione anche dopo l’emergenza», nonché la promozione di « iniziative congiunte di prossimità volte alla prevenzione, promozione e protezione dei minori residenti in Italia e delle loro famiglie in condizioni di disagio sociale, economico ed educativo». (S.B.)
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