È senz’altro degna di nota l’esperienza avviata nel settembre del 2010 a Bologna con Casa VAI – Verso una vita autonoma e indipendente, struttura sperimentale sorta grazie alla spinta di famiglie fortemente motivate e preparate, per realizzare percorsi educativi e formativi, finalizzati appunto alla vita autonoma e indipendente di persone con deficit intellettivo.
Attualmente, Casa VAI – che gode della supervisione di Nicola Cuomo, docente di Pedagogia Speciale al Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna e che dal mese di giugno di quest’anno si è costituita in Associazione – ospita, dal lunedì al venerdì, due ragazzi con sindrome di Down (tra cui Luigi, studente universitario) e due studenti, mentre durante i week-end è aperta a progetti di vita auotonoma per ragazzi con deficit – insieme al proprio educatore di riferimento -, provenienti da Associazioni e Fondazioni di tutta Italia, che collaborano con la struttura.
«Questo esperimento di “Scuola per una Vita Autonoma e Indipendente” – spiega Alice Imola, dottoranda in Pedagogia presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione all’Università di Bologna, che si occupa del tutoraggio di Casa VAI – non vuole essere né diventare un Servizio, ma vuole ipotizzare, sperimentare percorsi e buone prassi per il superamento degli handicap che i deficit propongono. Percorsi che saranno documentati, verificati e valutati, per poter diventare disseminabili e accessibili, per la permanente innovazione di cui i Servizi necessitano».
Un’iniziativa, dunque, quanto mai interessante, fatta – come si può leggere nel sito di presentazione (cliccare qui) – di «impegni e responsabilità operative, ma anche di attività nell’ambito del divertimento e del tempo libero, con occasioni relazionali e con una presenza attiva sul piano del decidere».
«Casa VAI – leggiamo ancora nel sito – sta sperimentando tutto questo, progettando contesti per far vivere a Tommaso, a Luigi e ad altri ragazzi con bisogni speciali, percorsi in cui si vedano come agenti attivi, senza subire passivamente quanto pensato e organizzato dagli altri, un contesto al di fuori della famiglia per mettere in atto un Progetto Amico – concetto, questo, sviluppato da Alice Imola – verso una vita autonoma e indipendente, con l’Emozione di conoscere – metodo elaborato da Nicola Cuomo – e il desiderio di esistere». (S.B.)
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