«Amareggia e non poco la constatazione che nelle trattative e nelle elaborazioni normative vi siano dei lavoratori di serie A e dei lavoratori di serie B»: a dirlo, in una nota diffusa nei giorni scorsi, è stato Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commentando il cosiddetto “Decreto Agosto” (Decreto Legge 104/20), atto pubblicato il 14 agosto in Gazzetta Ufficiale, che si è aggiunto al Decreto Legge 83/20 del 30 luglio, per estendere l’emergenza legata al coronavirus fino al 15 ottobre e prorogare una lunga serie di provvedimenti già attivati nella prima fase dell’emergenza stessa.
«Purtroppo – viene sottolineato dalla FISH – nessuno di quei provvedimenti riguarda i lavoratori con disabilità e i familiari di persone con disabilità grave. Infatti, se si esclude un aleatorio diritto allo smart working [“lavoro agile”, N.d.R.], né il Decreto del 30 luglio né il cosiddetto “Decreto Agosto” contengono misure di protezione per i lavoratori con grave disabilità o con situazioni sanitarie di particolare rischio. E quindi persone con patologie oncologiche, con immunodepressioni, che hanno subito trapianti di varia natura e altro da cui derivi una fragilità fisica. Se da un lato, dunque, si impone alle aziende un intervento stringente di sorveglianza sanitaria su quei lavoratori (i cui effetti possono anche essere avversi), dall’altro lato il Legislatore non proroga ad esempio l’equiparazione delle assenze allo stato di ricovero ospedaliero già prevista dall’articolo 26 del “Decreto Cura Italia” (Decreto Legge 18/20, convertito con modifiche nella Legge 27/20) e non viene nemmeno prorogata l’estensione dei permessi lavorativi derivanti dalla Legge 104/92 prevista prima dal Decreto “Cura Italia” e poi dal “Decreto Rilancio” (Decreto Legge 77/20)».
«Sorprende e stupisce il fatto – aggiunge Falabella – che l’emergenza Covid sia stata estesa a tutti al 15 ottobre, che siano state stabilite proroghe sulle disposizioni più disparate, mentre per i lavoratori con disabilità o per i lavoratori che assistono persone con grave disabilità l’emergenza sia di fatto finita il 31 luglio. Ci auguriamo dunque che il Parlamento provveda quanto prima a sanare questo paradosso, anche se i tempi, non quelli tecnici ma quelli della capacità di sopportazione, ormai sono scaduti!». (S.B.)
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