Valentina Tomirotti è una giornalista pubblicista, una blogger, un’attivista dei diritti delle persone con disabilità, una donna con disabilità dotata del senso dell’ironia e attenta alla moda.
Sui social è conosciuta come Pepitosa, nickname che è anche il nome del suo blog personale. Lo scorso anno ha pubblicato Un altro (d)anno (Mondadori Electa), un racconto che inizia a novembre (mese di nascita dell’autrice) e finisce a ottobre, un anno al contrario che, si legge nella presentazione dell’opera, non è «né un diario, né un calendario, [ma] dodici mesi che parlano di una vita vissuta comodamente seduta su quattro ruote. Nessun caso clinico, solo la narrazione vivida e impertinente di una vita che incontra ostacoli a volte più imponenti delle barriere architettoniche, cercando di rendere stabile qualcosa che è nato in bilico».
Il 3 agosto scorso Tomirotti ha pubblicato sulla pagina Facebook del proprio blog una foto nella quale tiene in mano un misterioso oggetto rosa e grigio che presenta così: «Svelo il simpatico aggeggio che tanto vi ha incuriosito. Ho comprato questa “borraccia” per riuscire a fare pipì senza problemi quando sono in giro. Ha la forma d’elefante, è tutta rosa e la libertà che mi dà non ha prezzo: finalmente riesco a fare pipì anche quando nulla è accessibile. L’ho comprata perché trovare un bagno pubblico (che sia di un bar o ristorante) in cui la mia carrozzina riesca ad entrare è un’impresa di ricerca di un ago nel pagliaio. Scalini, porte strette, troppi elementi, no maniglioni o WC troppo alto/troppo basso. E quindi trattengo, quasi fino a rischiare a stare male e non va bene sforzare a caso l’apparato urinario. Aggiungerò questa “borraccia” al travel kit di una persona con disabilità motoria […]. C’è sia da donna che da uomo. Appoggiate l’imboccatura nella zona genitale e mollate. Non la sentite anche voi questa sensazione di libertà?».
La “borraccia” è in realtà un orinatoio portatile dotato di un contenitore per urina a tenuta stagna (acquistabile su Amazon), disponibile sia nella versione femminile, che in quella maschile. Colpisce che l’ausilio sia stato creato per bambine/i.
Tomirotti si è orientata su questo prodotto perché più adatto alle sue misure anatomiche, ma, spiega, esistono anche da adulti. Cercando una soluzione per quando viaggia, si è imbattuta nella pubblicità di un sito cinese, quindi, attraverso ulteriori ricerche in rete, ha rintracciato l’ausilio.
Osserva: «la libertà che dona questo prodotto è totale perché sappiamo quanto è problematico trovare un bagno pubblico idoneo, o un ristorante, o un museo con i servizi igienici accessibili a chi è in carrozzina e spesso si preferisce rinunciare. Questo prodotto è utile se si viaggia perché si può utilizzare ovunque ed è più igienico di altre soluzioni».
Che gli uomini con disabilità avessero la possibilità di usare prodotti di questo tipo (i cosiddetti “pappagalli”) è abbastanza risaputo, meno noto, anche alle donne che si spostano in sedia a rotelle, è che ne siano state sviluppate anche versioni adatte alle donne stesse. Capita così che le donne con disabilità, con maggiore frequenza degli uomini con disabilità, rinuncino a viaggiare, o anche solo ad uscite di diverse ore.
Forse a qualcuno/a questa notizia potrà sembrare banale, invece è molto importante, come lo è qualsiasi cosa possa contribuire ad accrescere l’autonomia delle persone. (Simona Lancioni)
La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripresa, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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