Quello che fino a ieri era un dubbio, trova conferma in un comunicato pubblicato nei giorni scorsi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che rappresenta, nell’Osservatorio Ministeriale Permanente sull’Inclusione Scolastica, diverse Associazioni di genitori di alunni con disabilità.
Il GLO, Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione, ovvero il gruppo incaricato ad elaborare il PEI (Piano Educativo Individualizzato), sarà chiamato ad esprimersi attraverso un voto. Il PEI, dunque, non sarà più frutto di un’«elaborazione congiunta», come stabiliva il DPR (Decreto del Presidente della Repubblica) del 24 febbraio 1994, applicativo della Legge 104/92, ma, al contrario, sarà sottoposto ad approvazione, con il conseguente rischio di un’esclusione dei genitori dal processo decisionale riguardante il proprio figlio.
Pare, tuttavia, che fra le molte questioni sollevate dalla FISH (si rimanda alle “Considerazioni della FISH sulla Bozza di Linee Guida per la compilazione del Nuovo PEI”, a questo link), non vi sia una preoccupazione in merito all’introduzione della votazione. La Federazione, sulla base di norme non citate, afferma che il voto, in sede di GLO, è stato «riconosciuto in modo unanime e indiscusso da tutti sino ad oggi». Non è così: nella scuola il GLO non si è mai espresso tramite un voto nella predisposizione del PEI. Si è sempre cercato infatti, seppur talora con difficoltà, di trovare una condivisione, con la piena partecipazione di tutti i componenti del gruppo di lavoro.
Il documento della FISH riserva altre novità, alcune preoccupanti, che il nuovo modello di PEI introdurrà nella scuola dell’inclusione: la burocratizzazione del GLO, l’introduzione dell’esonero e la riduzione dell’orario scolastico per gli alunni con disabilità, per citarne alcune. Ecco in sintesi questi punti.
° Il GLO assumerebbe una nuova connotazione: da gruppo di lavoro potrebbe essere trasformato in organo collegiale; questa nuova impostazione traspare da più passaggi che il documento della FISH richiama: l’espressione di voto; il diritto di voto non riconosciuto sempre a tutti i componenti; la nomina formale dei componenti da parte del Dirigente Scolastico; l’approvazione di un verbale; l’assenza della firma, nel momento della definizione del PEI, da parte di tutti i componenti del GLO.
° Gli obiettivi educativi, seppur possibilmente condivisi da parte dei componenti del GLO, sono attribuiti in via “esclusiva” ai soli docenti: ciò significa violare il diritto-dovere dei genitori ai quali la Costituzione affida l’educazione dei figli (articolo 30 della Costituzione).
° L’introduzione dell’«esonero da alcune materie o attività esterna alla classe»: ciò significa prima di tutto non riconoscere la persona con disabilità nella sua unicità e, al tempo stesso, non prevedere più la piena partecipazione alla vita della classe. Chi potrà avere diritto di “stare in classe”? Solamente coloro che sono riconosciuti scolasticamente adeguati? Come non pensare che ciò porterà, inevitabilmente, a ricostituire “gruppi di alunni” assimilabili alle classi differenziali? Va anche considerato, inoltre, che, nella scuola secondaria di secondo grado, l’esonero dall’insegnamento di una o più discipline potrebbe precludere, in seguito, il passaggio a un percorso semplificato. Come non ravvisare in tutto ciò una palese discriminazione nei confronti degli alunni con disabilità (Legge 67/06)?
° La riduzione dell’orario scolastico: come nel precedente punto, anche la riduzione dell’orario di frequenza lede il diritto allo studio dell’alunno con disabilità che, come puntualizza il comma 4 dell’articolo 12 della Legge 104/92, va garantito e non può essere impedito da difficoltà connesse con la condizione di disabilità. Anche in questo caso, come non ravvisare una palese discriminazione nei confronti degli alunni con disabilità (legge 67/2006)?
I punti riportati sono ampiamente sintomatici di un orientamento che pare più proteso a escludere gli alunni con disabilità dal percorso formativo, piuttosto che a garantire loro l’effettiva partecipazione alla vita scolastica insieme ai coetanei. A ciò si aggiunga la palese riduzione, per non dire esclusione, della famiglia al processo decisionale, in particolare in relazione alla definizione degli obiettivi educativi.
Facciamo nostra gran parte delle preoccupazioni che la FISH denuncia nel suo documento, discostandoci, invece, dalla questione dell’approvazione del PEI, che deve restare un documento condiviso, frutto del lavoro sinergico e del confronto con la famiglia, quale protagonista attiva.
Direttivo CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno)
Alla nota del CIIS replica Salvatore Nocera, presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
A differenza del Ministero – che in ciò trova la condivisione della FISH e di numerosi esperti di legislazione scolastica – il Direttivo della CIIS sostiene che i GLO (Gruppi di Lavoro Operativi per l’Inclusione) non siano organi collegiali e si dilunga poi in una serie di osservazioni critiche nei confronti della stessa FISH, circa quella che sarebbe «un’acquiscienza alla riduzione di poteri decisionali da parte dei genitori sugli obiettivi del PEI (piano Educativo Individualizzato)», oltreché su altri aspetti, come la supposta «accettazione dell’esonero da talune discipline e della riduzione dell’orario scolastico per gli alunni e le alunne con disabilità».
Nella mia qualità di Garante della FISH, mi vedo costretto a intervenire, sottolineando che:
° La tesi che i GLO siano organi collegiali, come detto, è condivisa da numerosi giuristi di vaglia.
° Che in essi non si sia mai votato non corrisponde a verità, poiché, tutte le volte che non si riesce a trovare una soluzione condivisa, si deve votare e si è sempre votato.
° Se il Direttivo del CIIS avesse seguito con attenzione i numerosi comunicati-stampa e i documenti pubblicati dalla FISH, ultimo dei quali richiamato anche su queste stesse pagine, proprio sulle Linee Guida del PEI, nonché la successiva lettera alle famiglie del presidente della FISH Falabella [se ne legga in “Scuola: servono determinazione, lucidità, coesione e collaborazione”, N.d.R.], avrebbe colto la dura critica della FISH nei confronti del divieto di voto per i genitori, previsto nelle Linee Guida, sulla quantificazione delle risorse di sostegno e di assistenza per l’autonomia e la comunicazione.
° Avrebbe inoltre visto pure che il Ministero ha accolto le critiche della FISH contro la previsione di esonero da talune discipline nella scuola del primo ciclo.
Ciò che tuttavia preme alla FISH è che le scuole riaprano in sicurezza e con tutte le garanzie di fruibilità piena del servizio scolastico inclusivo. In ciò chiedo al CIIS di battersi dalla stessa parte della nostra Federazione.
Salvatore Nocera – presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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