È grazie al fondamentale contributo dell’Associazione ADHD Piemonte-Famiglie Associate – organizzazione che sostiene famiglie con bambini/e, ragazzi/e o adulti con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) e che diffonde la conoscenza sul disturbo e sulle corrette strategie per affrontarlo – che si è arrivati a ottenere l’importante risultato di una Determinazione Dirigenziale prodotta dalla Regione Piemonte, nella quale sono state fissate le Linee guida per la promozione della cultura e la definizione di strategie d’intervento a favore di persone con ADHD.
«Si tratta di una Determina – spiega Costanza Di Gaetano, presidente di ADHD Piemonte-Famiglie Associate – che rappresenta l’importante frutto di un lavoro congiunto tra più Istituzioni regionali sulle linee diagnostiche per la valutazione dell’ADHD, per le strategie di intervento sulla gestione a scuola degli studenti con tale disturbo, per l’inserimento nelle “fasce svantaggiate lavoro” delle persone adulte con ADHD, con suggerimenti di comportamento da parte dei genitori verso i figli con ADHD. Sempre la Determina, inoltre, tocca anche gli ambìti dello sport, presenta l’elenco dei centri di prescrizione del farmaco, nonché degli sportelli di ascolto per genitori o adulti con ADHD, approfondendo anche il tema delle terapie riabilitative fondamentali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: adhdpiemonte@gmail.com.
L’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività)
L’ADHD, acronimo inglese che sta per “disturbo da deficit di attenzione e iperattività”, è inserito nel DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione del 2013), tra i disturbi del neurosviluppo, indicandone una prevalenza di circa il 5% nei bambini e di circa il 2,5% negli adulti.
Il disturbo è caratterizzato da difficoltà di attenzione, di controllo della motricità e da impulsività. Esso, inoltre, può assumere nelle persone diverse traiettorie evolutive, sia a seconda di eventuali altri disturbi associati, sia principalmente per l’appropriatezza/inappropriatezza della presa in carico terapeutica.
Tra le conseguenze più diffuse di un ADHD non trattato vi sono l’abbandono degli studi, la perdita del lavoro, separazioni, frequenti incidenti e ritiro della patente, trascurare la propria salute, fino ad arrivare all’uso di sostanze e al commettere reati.
Basandosi sui dati dell’ISTAT, si stima che nel nostro Paese vi siano circa 68.000 minori tra i 6 ed i 17 anni con ADHD grave (su circa 340.000 minori con ADHD da lieve a grave), mentre gli adulti con ADHD tra i 18 e i 67 anni (maggiorenni in età lavorativa) sarebbero circa 974.000.
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