«Sostenere l’economia sociale in Italia e in Europa è la via maestra per costruire un modello di sviluppo più sostenibile, in grado di garantire prospettive di crescita duratura alle persone e alle comunità. L’Europa deve quindi definire un quadro regolativo e di sostegno che dia piena cittadinanza anche al modello di economia sociale italiana, a partire dal rafforzamento del Social Pillar [il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, N.d.R.] e dal varo di un Piano di Azione pluriennale»: lo ha dichiarato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, a margine di un confronto tra il Forum stesso e una delegazione di Parlamentari Europei* del nostro Paese, promosso da Patrizia Toia, presidente dell’Intergruppo Economia Sociale all’Europarlamento.
«Oggi – ha aggiunto Fiaschi – l’Unione Europea è chiamata ad un deciso impegno, attraverso il piano Next Generation Europe, e in questo contesto il rafforzamento dell’economia sociale assume particolare peso. Questo confronto è stato particolarmente importante per mettere a fuoco il tema delle politiche europee per l’Economia Sociale e condividere le preoccupazioni e le proposte che il Terzo Settore italiano desidera siano rappresentate in Europa».
Sono stati numerosi, come si legge in una nota diffusa dal Forum, gli spunti emersi dall’incontro, cui hanno anche partecipato, in rappresentanza del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), fondamentale organo consultivo della Commissione Europea, Pietro Barbieri, neopresidente del Gruppo di Studio sui Diritti delle Persone con Disabilità in tale organismo, insieme a Diego Dutto e Giuseppe Guerini.
In particolare, tra i vari temi trattati, vi è stato quello della fiscalità di vantaggio per gli Enti di Terzo settore: «Il modello italiano di economia sociale – ha dichiarato in tal senso Fiaschi – è un punto di riferimento a livello internazionale, ma è necessario che venga costruito un quadro fiscale che possa premiare la meritorietà sociale non solo italiana ma anche a livello europeo. Un impegno necessario perché la nostra riforma del Terzo settore possa dispiegare i propri effetti».
E ancora, si è parlato di coprogrammazione e coprogettazione, ritenute come il modo principale con cui il Terzo Settore dialoga con le Pubbliche Amministrazioni, «forme di partnership – è stato detto – che per poter realmente dare vita a un orizzonte di innovazione sociale devono trovare piena legittimazione anche a livello europeo».
«Siamo convinti – ha concluso la Portavoce del Forum – che anche l’Italia non debba perdere l’occasione offerta da questo momento per intraprendere la strada verso un modello di sviluppo che permetta di garantire un’effettiva prosperità economica, occupazione e coesione sociale». (S.B.)
*Tra i rappresentanti italiani al Parlamento Europeo hanno partecipato all’incontro con il Forum Nazionale del Terzo Settore il CESE: Patrizia Toia, Daniela Rondinelli, Marco Campomenosi, Brando Benifei, Pierfrancesco Majorino, Elisabetta Guelmini, Irene Tinagli, Chiara Gemma, Pietro Bartolo, Pietro Fiocchi, Simona Baldassarre e Sergio Berlato.
A questo link è disponibile l’elenco dei soci (tra i quali la FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it
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