La seconda ondata di emergenza Covid-19 incombe sul territorio nazionale, con le conseguenti misure emergenziali a tutti ben note. In molte Regioni, però, le scuole restano aperte e agli studenti è garantito il diritto di frequenza. Hanno diritto a un percorso di didattica integrata online gli studenti con fragilità certificata, ma che succede quando ad essere fragili, magari affetti da una Malattia Rara, sono i genitori? Queste famiglie sono abbandonate a se stesse e tale situazione non è più sostenibile».
La denuncia proviene dall’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), che intende in tal modo dare visibilità alla situazione di decine di genitori che si trovano in una condizione di fragilità per una patologia rara o anche cronica (oncologica, polmonare, immunodepressiva) e che a tal proposito hanno chiesto alla ministra dell’Istruzione Azzolina di poter garantire ai figli la frequenza scolastica in modalità digitale, mettendosi al riparo dal rischio di contagio che per loro potrebbe significare la morte. Per questo hanno chiesto di poter accedere alla cosiddetta “didattica digitale integrata”.
«Con l’Ordinanza n. 134 del 9 ottobre – sottolinea Ilaria Vacca, giornalista dell’OMAR – il Ministero dell’Istruzione ha stabilito il diritto alla “didattica digitale integrata” o all’istruzione domiciliare per gli alunni in condizioni di fragilità certificata, ma quell’Ordinanza ha completamente ignorato il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione secondo cui tale diritto sarebbe valido anche quando ad essere soggetti fragili sono i genitori».
Dal canto suo, l’OMAR ha già cercato in più occasioni di contattare il Ministero, senza però riuscire a ricevere alcun chiarimento al riguardo. «Sul fronte operativo – aggiunge Vacca -, ovvero nelle scuole, la situazione non è affatto semplice. La poca collaborazione da parte dei Dirigenti Scolastici potrebbe essere dovuta a una mancanza di risorse. In diversi casi, però, gli stessi Dirigenti Scolastici hanno pensato di risolvere la questione suggerendo l’homeschooling, ovvero l’istruzione a carico delle famiglie. Ma è evidente che questa non può essere affatto una soluzione, l’istruzione parentale è una cosa seria e non si può improvvisare».
«Intanto – concludono dall’OMAR – l’articolo 21 del cosiddetto “Decreto Ristori” [Decreto Legge 137/20, N.d.R.] ha stanziato 85 milioni di euro proprio per potenziare la didattica digitale integrata attraverso l’acquisto di dispositivi e chiavette USB. La speranza, pertanto, è che l’appello di queste famiglie non si perda nel vuoto burocratico». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@osservatoriomalattierare.it.
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