Per chi ama raccontare storie, le imprese straordinarie compiute da alcune persone con disabilità possono suscitare un fascino potente. Lo ha scoperto anche Angelo Astrei, classe 1990, storyteller, regista, giornalista, fotografo, manager dello spettacolo e podcaster, che per dieci anni ha diretto un festival cinematografico internazionale.
L’ultima sua impresa, infatti, consiste nella realizzazione di dodici podcast nei quali racconta altrettante storie di donne e uomini con disabilità che hanno saputo eccellere in diversi campi (la musica, lo sport, l’attivismo ecc.). Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere una visione diversa della disabilità, ma anche far conoscere le vite di persone che meritano di essere conosciute e ricordate.
Gli insuperabili, questo il nome collettivo dell’iniziativa, che tiene insieme storie di epoche passate e contemporanee, persone con profili e caratteristiche estremamente eterogenei, ma con un tratto in comune: avere convissuto con la disabilità.
I dodici podcast prodotti dal Consorzio Parsifal, e con la voce narrante di Astrei, sono stati pubblicati a partire dal luglio scorso ogni primo sabato del mese, in modo da coprire lo spazio temporale di un anno, e sono liberamente fruibili da molteplici canali (il sito di Angelo Astrei, Telegram, canali social, Spotify, Apple Podcast, ecc.). Ad oggi sono già disponibili i primi cinque di circa dieci/tredici minuti ciascuno.
C’è la storia di Thomas Wiggins (1849-1908), meglio conosciuto come “Blind Tom”. Nato in Georgia in una famiglia di schiavi afroamericani, Wiggins, cieco e probabilmente interessato da autismo, rivelò uno straordinario talento musicale suonando il pianoforte.
Segue la storia di Manoel Francisco dos Santos (1933-1983), meglio noto coi soprannomi di “Mané”, “Garrincha” e “Angelo dalle gambe storte”, che non fu un semplice calciatore brasiliano, ma è considerato uno dei più grandi dribblatori della storia del calcio. Garrincha aveva una colonna vertebrale deformata, uno sbilanciamento del bacino, e due gambe che differivano per lunghezza di ben sei centimetri.
La terza storia che troviamo è quella di Bertha Pappenheim (1859-1936), ebrea, scrittrice e giornalista austriaca, che si spese per migliorare la posizione sociale ed economica delle donne e dei bambini. Divenuta nota con lo pseudonimo di Anna O., fu la celebre paziente interessata da isteria che lo psichiatra Josef Breuer trattò con l’ipnosi. Del caso si interessò anche il fondatore della psicoanalisi, Sigmund Freud che, proprio occupandosene, ebbe delle importanti intuizioni.
E ancora, la quarta storia narrata propone un ritratto di Jean-Dominique Bauby (1952-1997), famoso giornalista francese che all’età di 43 anni fu colpito da un ictus e cadde in coma per venti giorni; al risveglio il suo corpo era completamente paralizzato, e Bauby aveva mantenuto come unica autonomia quella di controllare il movimento della sua palpebra sinistra. Con il semplice battito delle ciglia, riuscì a dettare il testo di Lo scafandro e la farfalla (1997), opera autobiografica dalla quale, nel 2007, venne tratto l’omonimo film.
L’ultimo podcast finora pubblicato è dedicato al rapporto tra due donne, quello tra la scrittrice, attivista e insegnante sordocieca statunitense Helen Keller (1880-1968) e la sua insegnante ipovedente Anne Sullivan (1866-1936); quest’ultima riuscirà a trovare il modo per comunicare con l’allieva, dandole modo di esprimere la sua personalità e i suoi numerosi talenti.
C’è qualcosa di coinvolgente e rassicurante nell’ascoltare le storie di persone che in qualche modo si sono distinte, e c’è qualcosa di rivelatore nello scoprire quanto possa essere relativo il concetto di limite. Sarebbe bello che riuscissimo a non perdere quell’incanto per la natura umana anche quando incontriamo le persone con disabilità nella quotidianità. Senza aspettarci che compiano imprese straordinarie, ma semplicemente riconoscendo che, in quanto persone, condividiamo la stessa natura. (Simona Lancioni)
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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