Il rischio di dare un duro colpo al volontariato

«Facciamo appello al Governo e al Parlamento affinché apportino le modifiche necessarie a quell’articolo del Disegno di Legge di Bilancio, che rischia di compromettere il futuro di decine e decine di realtà di volontariato e di promozione sociale»: lo dichiara Antonella Falugiani, presidente del CoorDown, unendosi alla protesta espressa anche dal Forum Nazionale del Terzo Settore e da varie altre organizzazioni di volontariato, per chiedere appunto la cancellazione di quella norma, che secondo il CoorDown «darebbe il colpo fatale a un settore già gravemente colpito dalla pandemia»

Donna bionda che intima lo stop con la mano destra«Chiediamo che l’articolo 108 del Disegno di Legge di Bilancio venga eliminato, e a tal proposito facciamo appello al Governo e al Parlamento affinché apportino le modifiche necessarie per non compromettere il futuro di decine e decine di realtà di volontariato e di promozione sociale che garantiscono la difesa dei diritti delle persone con sindrome di Down, che realizzano da Nord a Sud del nostro Paese progetti di inclusione e supporto». Lo dichiara in una nota Antonella Falugiani, presidente del CoorDown (Coordinamento Nazionale della Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), unendosi dunque alla protesta espressa in questi giorni anche dal Forum Nazionale del Terzo Settore e da varie organizzazioni di volontariato, per chiedere appunto la cancellazione di quell’articolo del Disegno di Legge di Bilancio per il 2021, che secondo il CoorDown «darebbe il colpo fatale a un settore già gravemente colpito dalla pandemia».

Ma di cosa esattamente si tratta? «L’articolo 108 previsto dall’attuale Disegno di Legge di Bilancio presentato dal Governo – spiegano dal CoorDown – stabilisce il passaggio dal regime di esclusione IVA al regime di esenzione per i servizi prestati e i beni ceduti dagli Enti del Terzo Settore nei confronti dei propri soci. In concreto, innumerevoli realtà associative, anche di piccole dimensioni, sarebbero obbligate ad aprire la Partita IVA, con nuovi oneri, nuovi costi fissi e nuovi adempimenti burocratici. Tale cambiamento metterebbe a rischio le Associazioni che pur non svolgendo attività commerciale sarebbero assoggettate al regime IVA, rendendo non sostenibili la gestione delle attività solidali e volontarie e questo significherebbe la chiusura per gran parte del mondo del no profit, che si fonda sull’impegno gratuito di milioni di persone».

«La pandemia e la crisi economica – sottolinea ancora Falugiani – hanno prodotto effetti gravissimi per le Associazioni, talché la sopravvivenza del volontariato è a rischio. Non possiamo quindi permettere che siano i più fragili a pagare e a perdere il sostegno fondamentale che hanno ricevuto finora». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it (Paola Amicucci).

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