«Sono principalmente tre le criticità da affrontare e risolvere quanto prima per il mondo della disabilità friulana e sono connesse ai servizi di riabilitazione, a quelli residenziali e, più in generale, alla qualità dell’assistenza»: lo ha dichiarato in una nota Ernestina Tam, che fa parte della Giunta della Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia, ove rappresenta in particolare la Provincia di Udine.
«Non vi è dubbio – ha spiegato Tam, entrando nel dettaglio dei temi affrontati – che la riabilitazione necessiti di un complessivo potenziamento, e mi riferisco in particolare, anche se non solo, alla fascia adulta della popolazione. Spesso si parla della riabilitazione delle persone vittime di malattia, infortuni o incidenti, ma si considera di meno, invece, il mondo della disabilità infantile, che non ha bisogno di una riabilitazione momentanea, legata ad una contingenza, ma piuttosto di una riabilitazione continua. Ma non solo: parlare di disabilità, infatti, vuol dire parlare di una moltitudine di esigenze e situazioni differenti, e per questo servono strutture dedicate e specializzate, ma anche figure professionali formate, in grado di seguire al meglio ogni caso».
Anche per quanto concerne le strutture residenziali, specie le più grandi, secondo l’esponente della Consulta del Friuli Venezia Giulia, «c’è bisogno di personale maggiormente specializzato. On altre parole non dobbiamo più affidare le persone con disabilità a operatori o operatrici non sufficientemente competenti, e in tal senso serve lavorare sulla formazione. Ci aspettiamo inoltre che vengano ampliati e migliorati i servizi residenziali e diurni, per i casi dai medio-gravi in poi. Immaginiamo ad esempio comunità familiari da dieci o anche quindici ospiti, che permettano di ottenere un bilanciamento tra il costo del servizio e la qualità di esso».
Pur consapevole della criticità del momento attuale, soprattutto per il sistema sanitario e assistenziale, Tam ritiene che «il lavoro in prospettiva futura non debba fermarsi. Il nostro dovere, quindi, è quello di sollecitare la Pubblica Amministrazione e sensibilizzare l’opinione pubblica. Oggi, infatti, si parla molto e giustamente degli anziani, ma vengono meno considerati i problemi della disabilità. I nostri ragazzi, nelle comunità residenziali, sono protetti al meglio, ma ha senso se continuiamo a lavorare per creare, all’esterno, una comunità inclusiva. Ecco perché, pensando ad esempio alla riforma della Legge Regionale 41/96 [“Norme per l’integrazione dei servizi e degli interventi sociali e sanitari a favore delle persone handicappate ed attuazione della legge 5 febbraio 1992, n. 104, N.d.R.], ma non soltanto, dopo avere ascoltato tanti annunci e promesse, abbiamo bisogno di atti concreti, segnali e azioni di rinnovamento».
«La nostra Consulta Regionale – ha concluso Tam – ha buoni rapporti con le Istituzioni, l’Azienda Sanitaria e il mondo dei trasporti, con una situazione tutto sommato abbastanza positiva sul fronte delle barriere architettoniche. Ma l’impegno per il 2021 continuerà, soprattutto nel monitoraggio di tutte le situazioni critiche sull’ampio territorio di una Provincia, come quella friulana, che va dal mare alla montagna, e della qualità dei servizi, con il Distretto e il territorio che devono rappresentare il vero cuore della riforma sanitaria». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@consultadisabili.fvg.it.
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