Un welfare che tuteli la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie

«Un nuovo modello di welfare comunitario d’inclusione, che garantisca la piena applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, perché ora più che mai sono richiesti la massima attenzione e il massimo impegno, per far sì che continuino ad essere assicurati tutti i servizi essenziali e tutelati gli spazi vitali e le libertà fondamentali delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: è questa la sfida concretamente lanciata dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nel corso del proprio Consiglio Nazionale

Realizzazione grafica con un simbolo di disabilità e la scritta "Diritti dei disabili Diritti di civiltà"«La riforma del sistema del welfare, da attuare a partire dalle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione Europea nell’àmbito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19»: è questa la sfida lanciata al Governo dal Consiglio Nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), tenutosi nei giorni scorsi, con grande partecipazione, che ha portato alla condivisione di un ampio documento presentato dalla Giunta e dalla Presidenza della Federazione stessa.
Per vincere quella sfida, si legge in tale documento, «occorrerà da parte delle Istituzioni una volontà specifica nel costruire azioni che impatteranno sulla vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, avviando iniziative e assumendo decisioni che dovranno avere su di loro una ricaduta immediata».

Pertanto, sottolineano dalla FISH, «nell’ottica del mainstreaming, ovvero della partecipazione attiva delle persone con disabilità alla definizione trasversale di tutte le politiche che riguardano la comunità di cui esse sono parte, continueremo a partecipare ai principali organismi e tavoli istituzionali di confronto, per garantire che le scelte che investono direttamente le vite delle persone con disabilità vengano effettuate con la piena partecipazione dei destinatari di queste misure».
Il tutto con la piena consapevolezza che «il dilagare del virus Covid-19 nel nostro Paese e a livello mondiale, oltre che mettere a dura prova tutto il sistema Italia, e in particolare il nostro Sistema Sanitario Nazionale e quello di Protezione Sociale, ha fatto precipitare moltissime persone in uno stato di forte preoccupazione, resa ancor più grave dall’incertezza del prossimo futuro, di quelli che saranno i tempi necessari al superamento della crisi e delle conseguenze che questa avrà sulle nostre vite e sulle nostre relazioni sociali. Queste preoccupazioni, con le difficoltà connesse, sono ancora più forti tra le migliaia di persone con disabilità del nostro Paese, le cui condizioni di vita sono già ampiamente determinate da livelli di protezione e inclusione sociale che sappiamo essere non propriamente e adeguatamente compiuti».

Per tutto ciò, dunque, la FISH ritiene «ancor più necessario definire un nuovo modello di welfare comunitario d’inclusione, affinché sia garantita la piena applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, definendo, quindi, e implementando un nuovo welfare, definibile come “4.0”, perché ora più che mai sono richiesti la massima attenzione e il massimo impegno, per far sì che continuino ad essere assicurati tutti i servizi essenziali e tutelati gli spazi vitali e le libertà fondamentali delle persone con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)

A questo link è disponibile l’elenco delle varie organizzazioni aderenti alla FISH. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).

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