Come e cosa comunicano i Centri di Servizio per il Volontariato? Questo l’interrogativo alla base della ricerca ideata e promossa da CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato), e condotta da un gruppo di ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, coordinato da Gaia Peruzzi – docente presso tale Ateneo di Comunicazione dei Diritti e della Cittadinanza Attiva e URP e Uffici Stampa, autrice del libro recentemente pubblicato Fondamenti di comunicazione sociale. Diritti, media, solidarietà (Roma, Carocci) – in collaborazione con Maria Teresa Rosito dell’Area Comunicazione di Csvnet.
I risultati dello studio sono stati presentati nel volume La comunicazione al centro. Un’indagine sulla rete dei Centri di Servizio per il Volontariato (“I Quaderni Cesvot”, n. 56), curato dalla stessa Peruzzi ed edito dal Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana).
Si tratta del primo studio sociologico dedicato alla rete dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), un’istituzione unica nel panorama del non profit italiano e internazionale. La ricerca ha preso in esame esattamente 71 siti web appartenenti ad altrettanti CSV e intervistato 61 operatori che lavorano negli Uffici Comunicazione di essi.
Attraverso l’analisi dei siti, la somministrazione di questionari e l’intervista di testimoni privilegiati, la ricerca ha valutato i contenuti e gli strumenti di comunicazione online e offline dei Centri di Servizio. Come osserva nella premessa al volume Carlo Sorrentino, docente di Sociologia all’Università di Firenze, i risultati della ricerca gettano una luce nuova sull’attività di comunicazione dei Centri di Servizio, ma anche sull’organizzazione, sull’identità e sulla mission dei CSV stessi.
Fin dalla sua istituzione, Csvnet si è adoperato per organizzare, in un’ottica di rete, esperienze qualificate di riflessione e di intervento e questa indagine rappresenta, quindi, uno strumento per meglio conoscere l’attività e le dinamiche identitarie, relazionali, organizzative e comunicative dei CSV e della rete che, insieme, essi costituiscono. Allo stesso tempo, sottolinea Stefano Tabò, presidente di Csvnet, «la ricerca è una fonte di arricchimento informativo e valutativo per gli stessi CSV, che hanno l’opportunità di valutare la propria esperienza, di trarre suggerimenti dalle scelte di altri, di avviare confronti e collaborazioni».
Nel dettaglio dei dati, dalla ricerca emerge che l’84% dei CSV ha un ufficio deputato specificamente alla comunicazione. Nella maggioranza dei casi è la struttura interna ad occuparsi direttamente della pianificazione e progettazione della comunicazione, riducendo al minimo le consulenze esterne. Nel 65% dei casi, poi, gli Uffici Comunicazione dei CSV possono contare su uno-due dipendenti o collaboratori stabili, la gran parte dei quali laureata.
Gli strumenti di comunicazione più utilizzati sono il sito internet (utilizzato da 60 Centri), newsletter ed e-mail (57), il telefono (40), i periodici (29), i social network (28). 43 Csv su 61 hanno scelto poi di concentrare lo sforzo comunicativo sulla promozione della cultura del volontariato e sullo stimolo del dibattito sui temi sociali, piuttosto che sulla visibilità e la promozione del Centro di Servizio. (Redazione Cesvot)
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