«Non abbiamo apprezzato il modo con cui il ministro Fornero ha reso pubblica la scelta di voler chiudere l’Agenzia per il Terzo Settore, dichiarando, a margine di un recente convegno svoltosi a Milano, che “questa era l’unica operazione possibile”».
Lo ha dichiarato Andrea Olivero, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, aggiungendo che «nel merito questa è una decisione sbagliata. Ricordiamo infatti che negli ultimi anni abbiamo assistito a una costante riduzione dell’attenzione e delle risorse economiche verso l’Agenzia stessa e verso il Terzo Settore in generale. Ci saremmo dunque aspettati dal nuovo Governo proposte e maggiori attenzioni nel sostenere il nostro mondo, che ha una funzione fondamentale per il nostro Paese e che rappresenta una forte spinta per l’uscita dalla crisi. Ci ritroviamo invece di fronte ad ennesimi tagli – questa volta contro uno strumento per la crescita, il controllo e la trasparenza del Terzo Settore – che non fanno altro che indebolirlo».
Ente di emanazione governativa di diritto pubblico, preposto ad esercitare poteri di indirizzo, promozione e vigilanza nel contesto in cui agiscono le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), i soggetti del Terzo Settore e gli enti non commerciali, l’Agenzia ha sede a Milano e opera sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’attività istituzionale dell’ente – nato inizialmente come Agenzia per le ONLUS – ha preso il via l’8 marzo 2002, dopo il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 26 settembre 2000 e il successivo DPCM n. 329 del 21 marzo 2001, che ne aveva indicato le attribuzioni, i poteri e i criteri di funzionamento.
«A questo punto – ha concluso il portavoce del Forum, organizzazione alla quale aderisce da sempre anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – chiediamo al Governo che si apra un tavolo di confronto affinché si trovino risposte e risorse soddisfacenti che sostengano tutto il Terzo Settore, le cui attività sono trasversali all’ambito economico, sociale e culturale, e non solo del welfare, e affinché vengano messe in atto nuove forme di controllo e autocontrollo. Chiediamo altresì che venga riconosciuto il ruolo del Terzo Settore nella vita dei Cittadini, come pure il suo rappresentare uno spazio fondamentale di partecipazione democratica. Ci auguriamo pertanto che il Governo non creda che tutto quello che non è Stato o Mercato possa essere liquidato e affossato in questo modo». (S.B.)