«Nella Gazzetta Ufficiale del 22 gennaio scorso è stato pubblicato il Decreto del 27 ottobre 2020, firmato dal Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, contenente i Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020. Con tale provvedimento si iniziano ad utilizzare, per interventi a favore dei caregiver familiari, le risorse statali che si sono accumulate negli ultimi tre anni, dopo che sul finire del 2017 era stato costituito il “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare” (Legge 205/17 , articolo 1, comma 254)»: si apre così l’ampia analisi intitolata Risorse alle Regioni per interventi a sostegno dei caregiver familiari, pubblicata dal Servizio HandyLex.org per conto della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
In alcuni capitoli successivi, vengono quindi approfonditi sia la Definizione di caregiver familiare che le Finalità e la consistenza del Fondo Nazionale, nonché quel che Stabilisce il Decreto Ministeriale di Riparto, fino ad individuare i Punti critici da attenzionare nella costruzione delle Linee di Indirizzo Regionali, ove si scrive tra l’altro che «le risorse messe in campo sono ancora del tutto irrisorie, specie se si vuole ipotizzare, come chiesto da più parti negli ultimi mesi, di costruire dei contributi o voucher per i singoli caregiver».
È inoltre «possibile ipotizzare che in una fase emergenziale le Regioni corrano il rischio di individuare interventi di immediato impatto per le singole persone, senza invece strutturare seri percorsi di presa in carico nel tempo, articolando il tutto rispetto anche ad una nuova concezione di welfare di comunità, sostenendo e valorizzando quindi anche forme flessibili di servizi alla persona, anche con l’utilizzo dello strumento della co-progettazione».
«Sul punto – si sottolinea – le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità possono giocare, nel momento della programmazione degli interventi sui tavoli regionali, un ruolo importante, costruendo dei pilastri per un percorso sostenibile nel tempo».
Prima di proporre nella parte finale le Tabelle di Riparto tra le Regioni delle risorse loro destinate dal citato Fondo Nazionale (anni 2018, 2019 e 2020), l’approfondimento dà spazio a quanto auspicato dalla FISH, ovvero «che si pervenga al più presto all’emanazione di un’apposita legge che collochi tale figura all’interno della rete integrata di servizi, riconoscendone ruolo, funzioni e adeguati sostegni, nonché idonee coperture previdenziali», un intendimento ben dettagliato in una Memoria depositata nell’estate dello scorso anno dalla stessa FISH, rispetto al Disegno di Legge 1461 (Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare), documento condiviso dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
«Sulla scorta di tali considerazioni – è la conclusione -, vi è anche da rilevare che con la Legge 178/20 (Legge di Bilancio per il 2021), all’articolo 1, comma 334, si è di ritenuto di riallocare le risorse per interventi legislativi non per singoli interventi, destinando le risorse dell’apposito Fondo alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare, come definito al comma 255 dell’articolo 1 della Legge 27 dicembre 2017, n. 205. Tale Fondo avrà una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023». (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale rintracciare l’approfondimento su cui si basa la presente nota (Risorse alle Regioni per interventi a sostegno dei caregiver familiari).
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