«Vogliamo rilanciare il confronto con il nuovo Governo, per le future politiche sulla disabilità e gli aspetti organizzativi e funzionali necessari alla loro realizzazione»: così le organizzazioni FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) avevano scritto in una nota diffusa congiuntamente, della quale anche il nostro giornale aveva ripreso i contenuti, subito dopo l’insediamento del nuovo Governo Draghi.
In parallelo la FISH intende ora dare particolare evidenza alle questioni di genere, sottolineando trasversalmente a vari settori (salute, scuola, lavoro e lotta alla segregazione) ogni situazione di esclusione e discriminazione multipla subìta dalle ragazze e dalle donne con disabilità.
Per quanto riguarda dunque la salute, «una particolare attenzione – si legge in una nota diffusa dalla Federazione – dovrà essere data alle ragazze e donne con disabilità, che dall’inizio dell’emergenza COVID hanno visto peggiorare la già grave quotidiana situazione di esclusione e abbandono, che si rileva in tutta la sua crudezza e tragicità sia per il mancato accesso alle cure sia per l’aumento del rischio di abusi e violenze».
In àmbito poi di scuola, si vuole fin da subito «fare presente al nuovo titolare del Ministero dell’Istruzione Patrizio Bianchi, le disuguaglianze ancora esistenti in termini di genere nella scuola italiana, considerando anche che proprio le donne con disabilità sono meno qualificate rispetto agli uomini, a causa di stereotipi e pregiudizi che hanno loro precluso, storicamente, la possibilità di accedere a percorsi formativi di alto livello».
E ancora, rispetto al lavoro, la FISH sottolinea ancora una volta «il divario occupazionale riguardante le donne: infatti, solo il 35,1% delle donne con disabilità sono occupate a fronte del 52,5% degli uomini con disabilità e rispetto al 45,85% del tasso di occupazione di tutte le altre donne». Senza contare «la situazione critica delle donne caregiver, a causa della difficoltà a conciliare le attività lavorative con le richieste di assistenza. La crisi pandemica, inoltre, ha aggravato la situazione con un’ulteriore perdita di posti di lavoro per le donne».
E da ultimo, ma non ultimo, il dato che «nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite) la percentuale di ospiti è rappresentata per il 74% da donne e che, secondo i dati riferibili al 30 aprile dello scorso anno, il numero di decessi di donne a causa del Covid è stato del 53,35%». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).Per approfondire il tema Donne e disabilità, oltreché ricordare il lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo anche la consultazione della Sezione Donne con disabilità nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa).
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