«Essere un caregiver familiare oggi è decisamente drammatico, specie se si è donne: madri, mogli, sorelle di persone con disabilità, in molti casi di persone con Malattie Rare e croniche gravemente invalidanti, o di persone anziane non autosufficienti. E si parla di circa 7 milioni di persone in Italia, per la stragrande maggioranza donne»: lo ha scritto l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare) in una nota diffusa nei giorni scorsi in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
«Il nostro Sportello Legale – sottolinea Ilaria Vacca, giornalista che ne è una dei responsabili – riceve continue richieste di aiuto. Hanno utilizzato tutti i permessi (Legge 104 e non), tutte le ferie, i congedi, perfino l’aspettativa. Ma se non sono collocabili in smart working? Se i loro familiari non possono assolutamente rischiare il contagio Covid, che fare? E quando i familiari devono essere assistiti ventiquattr’ore su ventiquattro e non è più possibile affidarli a strutture semiresidenziali o a caregiver professionisti non ancora vaccinati? Purtroppo, nemmeno nel recente Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) del 2 marzo, l’ultima misura prevista dal Governo, vi sono risposta per queste persone. Quanti di loro (e quante donne soprattutto) perderanno il posto di lavoro?».
La situazione dei lavoratori fragili, in riferimento a quanto contenuto nel citato DPCM del 2 marzo, viene sintetizzata così dall’OMAR: «Quel Decreto non menziona alcuna proroga rispetto alle originali tutele previste dal cosiddetto “Decreto Cura Italia” dello scorso anno [Decreto Legge 18/20, convertito con modificazioni nella Legge 27/20, N.d.R.] che permettevano ai lavoratori fragili di assentarsi dal lavoro. Men che meno prevede forme di tutela per i caregiver familiari. Il ricorso allo smart working, infatti, è solo fortemente raccomandato, ma nessun obbligo legale è previsto in alcun caso. Resta attivo solo il congedo parentale straordinario per i genitori dipendenti, in caso di sospensione dell’attività didattica in presenza (sostanzialmente in “zona rossa”) delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado. Lo stesso congedo è stato previsto per i genitori di figli in situazione di disabilità grave – riconosciuta ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92 – in caso di sospensione della didattica in presenza di scuole di ogni ordine e grado o in caso di chiusura dei centri diurni a carattere assistenziale, indipendentemente dallo scenario di gravità e dal livello di rischio in cui è inserita la regione dove è ubicata la scuola o il centro di assistenza. Il congedo prevede il riconoscimento di un’indennità pari al 50% della retribuzione, calcolata secondo quanto previsto dalla normativa precedente [a questo link è presente un approfondimento su tale materia, curato dall’OMAR, N.d.R.]».
«Gli unici specifici riferimenti alla disabilità nel DPCM del 2 marzo – proseguono dall’OMAR – riguardano dunque le attività sociali e socio-sanitarie, da svolgere secondo i piani territoriali e seguendo i protocolli previsti, la deroga al distanziamento sociale per le categorie effettivamente impossibilitate a rispettarlo e la possibilità di svolgere sempre attività motoria all’aperto per queste stesse categorie. A questo si aggiunge la novità, forse l’unica davvero positiva, introdotta dal comma 5 dell’articolo 11, che introduce – per i soli territori in “zona gialla” – una deroga fondamentale all’assistenza da parte di caregiver per gli accessi a visite mediche e ai pronto soccorso per persone con grave disabilità [se ne legga già ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.], aprendo anche, implicitamente, a una certa discrezionalità rispetto alla possibilità di restare con il proprio familiare durante tutto l’eventuale ricovero».
«Al DPCM del 2 marzo – concludono dall’OMAR – seguirà il “Decreto Legge Sostegni”, che dovrebbe prevedere – almeno secondo le bozze non ufficiali circolate nei giorni scorsi – un articolo dedicato alla tutela dei lavoratori fragili. Nulla, però, sarebbe previsto nemmeno questa volta per i caregiver, sempre più invisibili agli occhi del mondo, specie se donne». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@osservatoriomalattierare.it (Rossella Melchionna).
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