Con soddisfazione e apprezzamento la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) intende segnalare il rilievo offerto dal «Corriere della Sera» di venerdì 17 febbraio ai temi di maggiore gravità che riguardano milioni di persone con disabilità.
«Finalmente – si legge in una nota della Federazione – non si chiacchiera di “falsi invalidi”, ma di problemi reali». E si aggiunge: «L’articolo di Gian Antonio Stella, una delle più note e apprezzate firme del giornalismo italiano, intitolato Noi disabili, cittadini invisibili, è ben evidenziato in prima pagina e ripreso in un’intera pagina interna. Vi si riportano tra l’altro alcune delle più significative lettere, fra le tante giunte in redazione, di persone con disabilità e dei loro familiari, disegnando un quadro drammaticamente realistico».
Un ampio spazio viene poi dato a un intervento di Pietro Barbieri, presidente della FISH, che si conclude in un modo quamnto mai significativo, in questo periodo tanto difficile per le persone con disabilità e le loro famiglie: «Troppo diffusamente – dichiara infatti Barbieri – in questi giorni si ipotizza di considerare le pensioni agli invalidi e gli assegni sociali come se fossero un reddito, al pari delle rendite finanziarie: tassare l’assistenza. Troppo spesso, più soffusamente, si diffonde il convincimento, anche da parte di insospettabili, che bisogna stringere sull’indennità di accompagnamento (490 euro al mese): oltre a non essere in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita, bisognerà dimostrare pure di essere indigenti e che la propria famiglia sia alla miseria. Scenari tutt’altro che rassicuranti per quella che è un’emergenza nazionale a cui il movimento delle persone con disabilità tenterà in tutti i modi di opporsi, ben sapendo che è in gioco il futuro, l’inclusione o la reclusione, la miseria o la dignitosa sopravvivenza».
«La “disabilità” – conclude il presidente della FISH – non è una lobby: è una condizione che attraversa in orizzontale, in verticale, e pure in diagonale, la nostra collettività. Che non ha bisogno di carità, pietà, elemosina e forse nemmanco di solidarietà, ma di diritti certi e opportunità al pari degli altri». (S.B.)
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