“Legge sull’assegno unico alle famiglie”: l’impegno della FISH

«Dopo l’approvazione anche al Senato, della Legge sull’assegno unico e universale alle famiglie - dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione FISH -, ci riteniamo doppiamente soddisfatti, sia perché i nostri emendamenti a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie sono stati accolti, sia perché appare che dalla misura nessuno sia stato escluso, riconoscendo in tal modo anche il nostro lungo lavoro e impegno in sede di audizioni parlamentari»
Famiglia con disabilità
Una famiglia con disabilità

Presentata nel giugno del 2018, la Proposta di Legge su Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi, meglio nota soprattutto in questi giorni come “Legge sull’assegno unico alle famiglie”, era stata approvata alla Camera nell’estate dello scorso anno ed è ora divenuta Legge, dopo l’approvazione di ieri, 30 marzo, al Senato.
Su quel provvedimento la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) era stata chiamata per due volte in audizione, presso la Commissione Affari Sociali della Camera, nell’ottobre del 2019 e anche nell’ottobre dello scorso anno, presentando in tali occasioni alcuni emendamenti al testo, in particolare chiedendo al Legislatore di far valere il principio che «nessun assegno o dote potevano costituire l’occasione per ridurre o comprimere i servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi per la disabilità, già previsti dalla normativa vigente e in particolare dai LEA, i Livelli Assistenziali di Assistenza».
Ma non solo. Come ricorda infatti il presidente della FISH Vincenzo Falabella, «ritenevamo allora che quel provvedimento, anche se apprezzabile, non andasse a compensare la necessità di politiche e servizi integrati e strutturali per la disabilità. Soprattutto lanciavamo l’allarme sul fatto che rimanevano esclusi dal perimetro normativo previsto, per età e per condizioni di vita, cittadini che pure si trovavano in condizione di necessità e supporto. Per questo chiedevamo al Parlamento l’introduzione di altre misure inclusive per prevenire le diseguaglianze che il provvedimento, così come era stato concepito, rischiava di acuire, sottolineando, nello specifico, la necessità del riconoscimento di un assegno maggiorato rispetto agli importi previsti, in misura non inferiore al 40% per ciascun figlio con disabilità a carico, fino al compimento del 26° anno di età, una maggiorazione, per altro, che fosse graduata secondo le classificazioni di condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza di cui all’Allegato 3 del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13 [“Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)”, N.d.R.]. Parimenti lo chiedevamo per la dote unica».

«Proprio l’esame di quella Proposta di Legge – ricorda ancora il Presidente della FISH – ci aveva offerto l’occasione di proporre indicazioni utili a migliorare un testo dall’impatto rilevante per le famiglie italiane, raccogliendo l’attenzione e l’apprezzamento dei Parlamentari. Questo perché riteniamo che supportare la famiglia nel suo ruolo educativo, di cura, di luogo di relazioni, di primo medium dell’abitare sociale, e quindi dell’inclusione, sia un impegno ineludibile per tutti».

«Ora quindi – conclude Falabella -, dopo l’approvazione di ieri anche al Senato, dell’assegno unico e universale, ci riteniamo doppiamente soddisfatti, sia perché i nostri emendamenti a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie sono stati accolti, sia perché appare che dalla misura nessuno sia stato escluso, riconoscendo in tal modo anche il nostro lungo lavoro e impegno in sede di audizioni parlamentari». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).

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