Le persone adulte con autismo nelle strutture residenziali

«Visto il prolungarsi dell’emergenza sanitaria Covid-19, a distanza di ormai un anno in cui le persone adulte con autismo inserite nelle strutture residenziali subiscono un’ingiusta segregazione che ne limita le necessità prioritarie sanitarie ed educative abilitative della vita quotidiana e il mantenimento dei rapporti con gli affetti più cari, chiediamo che sia data piena attuazione al diritto alla tutela della salute»: si apre così una lettera-appello inviata dall’Associazione torinese Luce sull’Autismo alle massime cariche dello Stato e sottoscritta da altre organizzazioni
Giovane con autismo
Un giovane adulto con disturbo dello spettro autistico

«Visto il prolungarsi dell’emergenza sanitaria Covid-19, a distanza di ormai un anno in cui le persone adulte con autismo inserite nelle strutture residenziali subiscono un’ingiusta segregazione che ne limita le necessità prioritarie sanitarie ed educative abilitative della vita quotidiana e il mantenimento dei rapporti con gli affetti più cari, chiediamo che sia data piena attuazione al diritto alla tutela della salute così come previsto dalla Legge 833/78 [che istituì il Servizio Sanitario Nazionale, N.d.R.] e dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), nonché dalle indicazioni per gli interventi e le metodologie da adottare previsti dalle Linee Guida Nazionali sull’Autismo, recepiti dalla Legge 134/15 (Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie). e richiamati nel Documento della Conferenza Stato Regioni aggiornato nel 2018».
Si apre così la lettera-appello promossa dall’Associazione torinese Luce per l’Autismo, sottoscritta da altre organizzazioni (se ne legga l’elenco nel box in calce) e inviata al Presidente della Repubblica, a quello del Consiglio e ai Ministri della Salute e delle Disabilità.

In particolare il documento chiede: «Priorità nella somministrazione dei vaccini alle persone con disabilità intellettiva e/o autismo e ai familiari e/o loro rappresentanti, in modo da garantire il loro diritto di visita o il rientro nei fine settimana in famiglia e la ripresa della frequenza di attività diurne educative abilitative» A tale scopo si chiede che «nei prossimi DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio) non sia lasciata la discrezionalità ai Direttori Sanitari delle strutture, ma che ogni autorizzazione sia posta in capo alla Direzione Generale dell’ASL, che ha l’obbligo della vigilanza della tutela della salute e di richiedere ai gestori pubblici e privati accreditati di dotarsi di tutti i dispositivi indispensabili per garantire la sicurezza».

Si chiede inoltre «la  garanzia del diritto di svolgere le attività educative abilitative all’esterno delle strutture residenziali, dopo l’avvenuta vaccinazione Covid-19, tenuto conto che le attività educative abilitative sono indispensabili per garantire la condizione di salute sanitaria fisica e psichica delle persone con autismo ed evitare gravi regressione delle loro autonomie». (S.B.)

Ringraziamo la CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà) per la segnalazione.

Hanno sottoscritto la lettera-appello dell’Associazione Luce per l’Autismo: FIDA (Forum Italiano Diritti Autismo);  Mondo Disabili Future, Latina; L’Emozione Non Ha Voce, Roma; AGSA Lazio (Associazione Genitori Soggetti Autistici); ARA (Associazione Risorse Autismo), Roma; ANGSA Campania (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici); ANGSA VCO (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).

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