«Dai dati in possesso di questa struttura commissariale, la copertura vaccinale risulta ancora incompleta nei confronti delle persone con disabilità grave e dei familiari conviventi, assistenti (caregiver), genitori/tutori/affidatari, e che tale situazione potrebbe comportare sul territorio una disparità di trattamento in materia di salute pubblica tra diversi enti territoriali»: è particolarmente significativo che a prendere atto di una situazione ancora al di là da risolvere in ogni territorio, per quanto concerne la vaccinazione delle persone con disabilità grave e dei loro caregiver, sia l’Ordinanza n. 8/21 prodotta dalla Struttura Nazionale di Supporto Commissariale per l’Emergenza Covid-19, di cui è responsabile il generale Figliuolo.
Una presa d’atto, questa, cui consegue un ulteriore, nuovo richiamo forte alle Regioni e alle Province Autonome, espresso nella medesima Ordinanza, «a provvedere, con immediatezza, ad attivare, ove ancora non fruibile: a) un portale pubblico telematico di prenotazione della seduta vaccinale dedicato alle persone con disabilità grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992 e ai familiari conviventi, assistenti (caregiver), genitori/tutori/affidatari, attivo tutti i giorni; b) un servizio di assistenza telefonica alla prenotazione, complementare al portale telematico di cui alla lettera a)».
Il richiamo «a provvedere, con la massima tempestività, ad assicurare la vaccinazione», riguarda inoltre anche «le persone che si trovino in assistenza continuativa domiciliare e impossibilitati a recarsi presso le sedi vaccinali, inviando al loro domicilio team vaccinali all’uopo dedicati», nonché i loro «familiari conviventi, assistenti (caregiver), genitori/tutori/affidatari».
Era il 22 marzo scorso, quando la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) si era chiesta in una nota «perché le Regioni continuano a procedere in ordine sparso, nonostante ormai parecchi giorni fa il Ministero della Salute abbia riconosciuto che “ai soggetti affetti da disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica corrispondenti ai portatori di handicap gravi ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, in quanto riconosciute situazioni di gravità si determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici” e dunque che alle persone con una disabilità, qualsiasi essa sia, si debba garantire la priorità nella vaccinazione?». «Perché – era stata la risposta data dalla stessa FISH – manca una banca dati delle persone riconosciute come tali dall’articolo 3, comma 3, della Legge 104 e quindi gli Enti Locali stanno contraddicendo le stesse indicazioni ministeriali. Dal Lazio alla Sicilia, infatti, le modalità sono diverse».
Impegnata ormai da molti mesi sul tema dei vaccini anti-Covid alle persone con disabilità, ai loro familiari e ai caregiver, con azioni e sollecitazioni anche a livello istituzionale, la Federazione guarda ora con particolare attenzione a quest’ultima Ordinanza prodotta dalla Struttura Commissariale per l’Emergenza, «augurandosi – come sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della FISH – che questo ulteriore richiamo possa realmente e concretamente contribuire a risolvere una situazione che già da tempo avrebbe dovuto imboccare la giusta strada».
«In tal senso – aggiunge – conforta anche, in prospettiva futura, l’accento posto dall’Ordinanza sul fatto che «le predisposizioni organizzative realizzate in ottemperanza a questa Ordinanza varranno anche per eventuali campagne vaccinali future». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).
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