«Questo progetto ha messo in evidenza la necessità di costruire una rete dell’accessibilità e il valore di avviare un processo che dal singolo intervento di superamento delle barriere spaziali riesca a traguardare quella qualità complessiva di città e territori, in grado di consentire le relazioni che l’abitare deve avere con la mobilità, le prestazioni della città pubblica, l’ambiente, il welfare sociosanitario, e con le politiche urbane intese in senso ampio»: lo ha ribadito in diverse occasioni, anche su queste pagine, Iginio Rossi, responsabile del progetto Città accessibili a tutti, promosso dall’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), e caratterizzato, sin dai propri esordi nel 2016, da un’ampia rete di aderenti e da un approccio realmente a trecentosessanta gradi, che prende in considerazione, oltre alle barriere architettoniche e sensoriali, anche quelle sociali, di genere e culturali, nonché dell’abitare.
Va anche ricordato che tutto il lavoro e i materiali finora prodotti nell’àmbito del progetto sono stati inseriti nell’Atlante delle città accessibili, piattaforma ad accesso libero, corredata anche da mappe e schede per facilitare la navigazione.
Come aveva riferito lo stesso Iginio Rossi, in un’ampia intervista da noi pubblicata all’inizio di quest’anno, l’obiettivo, per il 2021, è quello di arrivare alla definizione di «un Patto per l’Urbanistica Città accessibili a tutti, all’interno del quale impegnarsi per applicare le relative Linee Guida per le politiche integrate pubblicate nell’Atlante, ma attraverso interventi radicati nel territorio».
«Il progetto Città accessibili a tutti – aggiunge oggi Rossi – ha un’ampia coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, laddove esso sceglie di agire per favorire il superamento delle disuguaglianze, per assicurare la salute e il benessere per tutti, per contribuire al raggiungimento dell’uguaglianza di genere, per operare affinché la vitalità di città e territori sia parte della rigenerazione, per porre le persone al centro dei traguardi inerenti il miglioramento della qualità della vita, e in particolare nel lavorare per rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili e orientare quell’accessibilità per tutti agli spazi verdi pubblici sicuri e inclusivi, più volte richiamata nell’Atlante».
Nel corso dunque dell’incontro online denominato Un Patto per l’Urbanistica Città accessibili a tutti. Politiche, piani ed esperienze per l’inclusione sociale di bambini, anziani e persone fragili, in programma per il pomeriggio di domani, 14 maggio (ore 16.45), a cura dell’INU, in collaborazione con CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), nell’àmbito della Biennale Spazio Pubblico, si faranno emergere indicazioni e orientamenti utili alla definizione del citato Patto per l’Urbanistica Città accessibili a tutti. (S.B.)
A questo link è disponibile il programma completo dell’incontro online di domani, 14 maggio. Per parteciparvi (piattaforma Zoom) accedere a questo link. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: iginio.rossi@inu.it.
Articoli Correlati
- Il progetto "Città accessibili a tutti": facciamo il punto della situazione «La sperimentazione legata a questo progetto aiuta a costruire quel sistema dell’accessibilità che andando oltre il singolo intervento di superamento delle barriere, consente di raggiungere il traguardo più ampio della…
- Accessibilità: un concetto molto affine a quello di libertà «Il concetto di accessibilità risulta molto affine al concetto di libertà, consentendo gradi e livelli di mobilità, scelte relazionali, fruizioni urbane, prospettive di vita adeguate alle disuguaglianze delle persone ma…
- Procede il “Patto per l’Urbanistica Città accessibili a tutti” «Un sistema dell’accessibilità che vada oltre il singolo intervento di superamento delle barriere, consentendo di raggiungere il traguardo più ampio della qualità complessiva e dando forma a relazioni con altre…