Organizzazione di volontariato riconosciuta ufficialmente dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto come “Componente Ausiliaria della Guardia Costiera”, la Guardia Costiera Ausiliaria Delta Tagliamento svolge, nel territorio del Friuli Venezia Giulia, e non solo, un’ampia gamma di attività, rivolte soprattutto a creare e diffondere in tutti i ceti sociali la “cultura della sicurezza” e prevenire quindi i sinistri marittimi, dando vita a compiti di prevenzione attiva in supporto delle Autorità Istituzionali.
Recentemente ha lanciato il progetto Accessibilità balneare inclusiva 4A (for-all) – post Covid-19 di cui abbiamo parlato con il presidente dell’Associazione Sergio Silvestre.
In che cosa consiste questa iniziativa?
«L’obiettivo principale è quello di recuperare e rafforzare la rete e le relazioni sociali, nonché di sviluppare nuove modalità organizzative e relazionali tra pubblico, privato e Terzo Settore, mediante lo sviluppo della cultura della salute e della prevenzione della popolazione in generale, con un particolare riguardo ed attenzione verso le persone più fragili, anziane, con disabilità fisiche, sensoriali e intellettive, specialmente nello spettro autistico, rendendo le spiagge a libera fruizione nella stagione estiva, più inclusive e sicure, anticipando così situazioni di fragilità e bisogno determinate anche dalla situazione di emergenza causata dal Covid, che possano coinvolgere fasce di popolazione particolarmente esposte».
Quali azioni sono previste?
«Il progetto intende operare principalmente su quattro direttrici tramite le seguenti azioni: realizzare, in accordo con l’ente pubblico, all’ingresso delle spiagge libere, punti informativi stabili sui comportamenti da adottare nella fruizione degli spazi (distanziamento sociale, uso dei Dispositivi di Protezione Individuale, utilizzo corretto dei percorsi verso il mare, comportamento in acqua); formare il proprio personale volontario e gli assistenti bagnanti (bagnini addetti al salvataggio) ad un corretto approccio nei confronti di persone con disturbo dello spettro autistico disabilità intellettive e dello spettro autistico, al fine di costruire una buona relazione ed empatia necessaria ad una maggiore efficacia nella trasmissione delle informazioni e istruzioni durante la loro permanenza, sia in spiaggia che in acqua e un corretto ed efficace intervento in caso di necessità o di soccorso. E ancora, gestire e presidiare, durante tutta la stagione balneare, spazi appositamente riservati o dedicati a categorie di persone fragili (anziani non autosufficienti, persone con disabilità fisiche, sensoriali, intellettive e con disturbo dello spettro autistico) facilmente individuabili e monitorabili in caso di necessità; promuovere, infine, attività di sorveglianza e monitoraggio, mediante pattugliamenti delle spiagge libere, al fine di prevenire comportamenti difformi dalle prescrizioni anti-Covid da parte dei bagnanti in generale, con un’attenzione rivolta soprattutto ai giovani che necessitano maggiormente di sollecitazioni al rispetto delle regole, in coordinamento con la Polizia Locale e la Capitaneria di Porto in quanto organi di polizia preposti».
Chi sostiene il progetto?
«Il partner principale del progetto, che ne è anche co-finanziatore, è il Comune di Lignano Sabbiadoro (Udine), con il quale abbiamo già stipulato un’apposita convenzione. Oltre poi che con il Comune di Lignano, in virtù delle competenze istituzionali assegnate loro, nell’attuare l’iniziativa opereremo in stretta collaborazione con le forze dell’ordine preposte, per l’eventuale loro coinvolgimento in situazioni di necessità , oltre con altri soggetti pubblici e privati cui compete la prevenzione e la sicurezza sanitaria per le eventuali situazioni di emergenza che dovessero riscontrarsi nei confronti di persone fragili, durante le operazioni di pattugliamento e monitoraggio».
Può trattarsi di un modello replicabile altrove?
«Questo progetto rappresenta un modello che soddisfa i bisogni sociali intercettati sul campo nella passata stagione, risultando una risposta a nostro parere più efficace delle alternative esistenti (rinunciare a frequentare una spiaggia affollata o poco sicura, oppure recarsi in uno stabilimento maggiormente attrezzato, ma a pagamento) creando allo stesso tempo nuove relazioni e nuove collaborazioni, accrescendo le possibilità di azione per tutta la comunità di riferimento, oltreché promuovendo l’inclusione sociale e l’auto muto aiuto anche in contesti non convenzionali.
Va detto trattarsi della prima risposta di questo tipo attuata nel territorio del Friuli Venezia Giulia Altre località balneari, infatti, quali Grado (Gorizia) o Trieste, non hanno egualmente attivato nella scorsa stagione iniziative di sorveglianza e monitoraggio dei comportamenti della popolazione nel contesto balneare durante l’emergenza Covid. L’iniziativa qui proposta, quindi, rappresenta sicuramente un’innovazione che potrebbe essere estesa, dopo la sua sperimentazione, anche in ulteriori realtà del territorio regionale, mediante il coinvolgimento di altre Associazioni specializzate in questo tipo di attività e con il coinvolgimento degli Enti Locali».
Da segnalare, in conclusione, che proprio nella serata di sabato prossimo, il 29 maggio (ore 20-23), è prevista a Lignano Sabbiadoro (Udine) una tappa del percorso formativo organizzato nell’àmbito del progetto, rivolta al personale volontario bagnanti, ovvero ai bagnini addetti alla sicurezza. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@gcadt.it.
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