IVA agevolata e sussidi tecnici e informatici: buone le novità introdotte

di Simone Vannini*
«Noi persone con disabilità sensoriale - scrive Simone Vannini -, che ben conosciamo le problematiche collegate all’acquisizione di ausili per l’autonomia con IVA agevolata, riteniamo apprezzabili le nuove regole sui sussidi tecnici e informatici destinati alle persone con disabilità, introdotte da un Decreto Ministeriale. Credo infatti che dovremmo sempre valutare in maniera positiva le modifiche normative che semplificano le procedure, che per noi sono quasi sempre vessatorie, senza indurre nel Legislatore il tarlo di approfittatori che potrebbero inserirsi nelle pieghe della normativa
Donna con disabilità visiva che usa uno smartphone
Una donna con disabilità visiva che usa uno smartphone

Per noi che conosciamo le problematiche collegate all’acquisizione di ausili per l’autonomia con aliquota agevolata al 4%, vi è la convinzione che sia comunque apprezzabile la modifica delle regole necessarie ad ottenere l’IVA agevolata sui sussidi tecnici e informatici destinati alle persone con disabilità (4% anziché 22%), attuata dal Decreto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze prodotto il 7 aprile scorso.
Vero è, infatti, che i verbali delle varie Commissioni, soprattutto quelli redatti fino ad oggi, non consentono di valutare la diretta relazione tra minorazione ed ausilio, ma era un dato di fatto la difficoltà di ottenere la prescrizione dallo specialista dell’ASL. In special modo per noi, persone con disabilità sensoriali, quando, una volta ottenuto in tempi biblici un appuntamento, spesso ci trovavamo di fronte ad uno “specialista” perfettamente non in grado di comprendere la richiesta.
La causa di tale condizione era dovuta all’incapacità del medico in questione di valutare l’effettivo incremento di autonomia generato dallo strumento, difficoltà che si palesava in maniera particolare quando si trattava di ausili tecno-informatici, smartphone, tablet e computer, dove lo “specialista” stesso non poteva fare altro che fidarsi, quando voleva, dell’esclusivo parere della persona con disabilità.
Ricordo, a tal proposito, le loro espressioni quando descrivevo le funzioni di un determinato dispositivo, cercando di far comprendere l’esistenza di screen reader, realtà aumentata o app in grado di descrivere l’ambiente circostante oppure un OCR [riconoscimento ottico dei caratteri, N.d.R.].
Oggi si prospetta l’alternativa della richiesta del medico di famiglia il quale, conoscendo la persona, potrà rendersi conto dell’effettiva necessità dello strumento richiesto in tempi notevolmente ridotti per noi persone con disabilità visiva.

Credo che dovremmo sempre valutare in maniera positiva le modifiche normative che semplificano le procedure, che per noi sono quasi sempre vessatorie, senza indurre nel Legislatore il tarlo di probabili approfittatori i quali, per alcuni, potrebbero inserirsi nelle pieghe della normativa. Infatti, il principio che non si debba evolvere per il timore di eventi fraudolenti, sentimento a volte presente nella cultura popolare, corre il rischio di compromettere l’inserimento e l’inclusione delle persone con disabilità o, peggio, di costringerle ad una forzata rinuncia alla propria sacrosanta autonomia.

Ho pensato di intervenire sul tema, dopo avere letto su queste stesse pagine un articolo [A. Pancaldi, “IVA e sussidi tecnici e informatici: quella semplificazione che complica”, N.d.R.], dove si insinuavano, anche in base ad una semplice opinione, le complicazioni generate dalla modifica introdotta dall’ultimo Decreto di semplificazione, che ovviamente ritengo del tutto forvianti, e che non tengono conto di tutti gli aspetti.
Oltretutto, in quello stesso articolo si associa questa modifica normativa anche alle eventuali prescrizioni da attivare sul Nomenclatore Tariffario le quali, invece, manterranno le medesime linee introdotte dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e dalle scelte delle singole Regioni.

Vicepresidente dell’Associazione Retina Italia (simonevannini@retinaitalia.org).

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