Ha quasi quarant’anni, è affetto dalla nascita da SMA di tipo 3 (amiotrofia spinale o atrofia muscolare spinale) e si è candidato, in vista delle prossime elezioni amministrative del 6 e 7 maggio, al Consiglio Comunale di Cuneo. «Certo, parliamone pure della mia disabilità – precisa subito Massimiliano Caramazza – ma non voglio che sia un fattore prevalente. Desidero essere infatti il candidato di tutti con le mie diversità».
Ha le idee molto chiare, Massimiliano, e su quest’ultimo punto ci invita ancora a riflettere, con voce ferma e sicura «Siamo tutti Persone, tutti Cittadini – dichiara – e per fortuna ognuno diverso dall’altro. Ho deciso di occuparmi della “cosa pubblica” proprio perché non la considero una “generica cosa”. E mi piace sottolineare che nella mia vita sono stato tante cose, un bimbo, un adolescente, uno studente, un uomo, un lavoratore, un disoccupato, un ricoverato, un ammalato, un fidanzato ecc., ma mi vanto di dire che – al di là dei documenti ufficiali -, non sono mai stato un disabile. Mi sento insomma “una persona in un mondo fatto di persone” e non desidero rappresentare una categoria. Anche perché se chiedi il voto di tutti, devi essere pronto a rappresentare tutti, anche e soprattutto chi è diverso da te, chi non ti ha votato».
Le idee di Caramazza sono assai chiare anche per quanto riguarda l’importanza dell’impegno e la necessità di far sentire la propria voce anche per conto di chi non ce l’ha. «Credo nell’impegno – ci dice infatti – e penso che nessun uomo sia un’isola. Ognuno di noi sceglie da che parte stare, anche quando pensa di non farlo. Andare al supermercato e scegliere una pasta piuttosto che un’altra è fare politica, è impegno, perché l’economia è politica, perchè noi facciamo l’economia con le nostre scelte e noi siamo la politica. Insieme possiamo cambiare un mondo intero. Soli siamo delle voci inudibili, dei bisbigli. Ma noi dobbiamo urlare forte e farci sentire. Io sono pronto a urlare per tutti, soprattutto per chi non ha voce o ce l’ha troppo flebile».
E conclude: «Io ho scelto di metterci il mio nome e la mia faccia perché sono le uniche cose, nella mia vita, che mi son state regalate. Tutto il resto ho dovuto lottare e faticare per ottenerlo».
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