«Il devastante impatto della pandemia nei confronti delle persone con disabilità – sottolinea il Presidente della FISH Vincenzo Falabella – è emerso in tutta la sua evidenza, sia a livello nazionale che internazionale, come sottolineato anche da un illuminante rapporto del Forum Europeo sulla Disabilità e, nel nostro Paese, anche dalla recente relazione presentata al Parlamento dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Questo ha determinato dunque un ulteriore isolamento ed esclusione dalla società di tali persone e delle loro famiglie, in particolare nelle strutture residenziali che le ospitano, ma anche nei confronti di coloro che vivono in casa propria, quasi sempre assistiti da un familiare o da un assistente personale. È su questo dato innegabile che durante il nostro prossimo Congresso intendiamo coinvolgere le Istituzioni e il mondo della politica, per chiamare tutti a precise responsabilità: le persone con disabilità e le loro famiglie non dovranno più essere trattate come un “corpo separato” nella società! Da qui si dovrà ripartire dopo la pandemia»: Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), spiega così la ragione del messaggio-chiave Capire il presente per orientare il futuro, scelto per il prossimo Congresso Nazionale online della Federazione che tra il 16 e il 17 luglio potrà contare sulla partecipazione dei principali esponenti del mondo politico e di una serie di Ministri del Governo.
Come ben sottolineato in un documento prodotto dal Comitato Sammarinese di Bioetica, riportato integralmente sulle nostre pagine (a questo link), veri e propri «fenomeni di deumanizzazione hanno colpito le persone con disabilità e le loro famiglie durante tutte le fasi della pandemia», sin dall’inizio del contagio, quando «tale processo ha assunto la forma dell’invisibilità, che ha investito e travolto i diritti di persone con disabilità e familiari, attraverso il silenzio, la disattenzione, la noncuranza».
Quello stesso documento, tuttavia, sottolinea anche che «fortunatamente il velo d’invisibilità è stato squarciato dalle Associazioni di rappresentanza, pronte a sollecitare interventi utili a rispettare esigenze cancellate dalla politica del lockdown, quali la possibilità per le persone con disabilità intellettiva e relazionale di uscire di casa o di essere esentate dall’obbligo di indossare mascherine o rispettare il distanziamento fisico».
Tra quelle Associazioni di rappresentanza, in prima fila vi sono state proprio le organizzazioni aderenti alla FISH, riscontrando, come ricorda Falabella, «un isolamento delle persone con disabilità nei corridoi vuoti delle aule scolastiche, nelle corsie degli ospedali e nei luoghi di lavoro». «In questo senso – considera il Presidente della Federazione – il Covid non ha fatto altro che rendere sempre più evidente quella mancanza di pari opportunità che già da molti anni denunciamo con forza e fermezza».
Per tutto questo, dunque, la FISH e le tante organizzazioni ad essa aderenti non intendono affatto chiedere un ritorno puro e semplice alla situazione precedente alla pandemia, bensì «battersi per un ripensamento generale dello Stato Sociale – come si legge in una nota diffusa dalla Federazione -, un nuovo sistema che superi le tradizionali politiche di protezione delle persone con disabilità, andando nella direzione dei diritti alla salute, all’istruzione, al lavoro, nonché sulle questioni di genere, a partire dalla rimozione di tutti quegli ostacoli materiali e immateriali che ne impediscono una piena inclusione».
«Questo – conclude Falabella – chiederemo alle Istituzioni e al mondo della politica sin dal nostro prossimo Congresso: una vera riforma del sistema di welfare, che porti a reali politiche inclusive per le persone con disabilità, da attuare a partire dalle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).
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