«Oggi in Italia le persone con disabilità che hanno bisogno di ausili o protesi più o meno complessi, ma tutti prescritti in base alle singole esigenze, sono costrette ad affrontare un percorso ad ostacoli. È dal 2017 che in ogni forma possibile abbiamo chiesto al Ministero della Salute di attuare normative per rimuovere immediatamente ogni ostacolo che impedisce a chi ne ha bisogno di ricevere i giusti dispositivi in base alle proprio esigenze, ma ad oggi non abbiamo ancora avuto nessuna risposta. Ogni giorno sono tantissime le richieste di aiuto che su questo tema arrivano alla nostra Associazione e le segnalazioni di disservizi di varia natura ad esempio nell’acquisizione di cateteri, pannoloni e carrozzine, in particolare nel Lazio. Se ce ne fosse la volontà politica, ci sarebbero interventi immediati anche in attuazione di norme già in vigore nel nostro ordinamento, consentendo alle persone con disabilità il pieno rispetto del loro diritto alla cura, all’assistenza e alla vita indipendente. Per il momento, tuttavia ci dichiariamo soddisfatti di questo provvedimento del TAR Lazio e attendiamo l’appuntamento di fine novembre, per verificare le giustificazioni del Ministero al proprio comportamento omissivo»: così Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’Associazione Luca Coscioni, commenta l’Ordinanza resa pubblica il 9 luglio scorso dal TAR del Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale), che nell’àmbito della class action pubblica promossa dalla stessa Associazione Coscioni e da quattro cittadini con disabilità, ha ordinato al Ministero della Salute di depositare, entro il 30 novembre prossimo, una «dettagliata relazione» in merito allo stato di attuazione di quanto disposto dall’articolo 30-bis, comma 2 della Legge 96/17, ove si imponeva alla medesima Amministrazione, come ricordano dall’Associazione Coscioni, «di verificare, entro sedici mesi dall’entrata in vigore della legge, l’idoneità degli ausili tecnici personalizzati acquistabili attraverso le procedure di gara a soddisfare le specifiche necessità delle persone affette da disabilità grave, provvedendo, in caso negativo, ad escluderli dall’elenco dei dispositivi acquistabili attraverso appalto pubblico, per consentirne l’acquisto a tariffa mediante libera scelta dell’erogatore della prestazione protesica più adeguata».
«Ci riteniamo soddisfatti di questa Ordinanza – aggiungono i legali Dario Capotorto, del Comitato dei Giuristi per le libertà dell’Associazione Coscioni, e Chiara Geremia, entrambi difensori dell’organizzazione nel procedimento – perché il TAR del Lazio ha mostrato grande sensibilità verso i temi sollevati, garantendo tempi estremamente celeri nella gestione del giudizio. In meno di due mesi, infatti, dall’attivazione della class action, il Tribunale ha avviato un’istruttoria che sarà essenziale per accertare la sussistenza delle denunciate inadempienze dell’Amministrazione e attivare l’auspicato percorso virtuoso, volto a garantire alle persone con disabilità grave ad ottenere ausili idonei e indispensabili a soddisfare le proprie primarie esigenze».
«Il successo dell’iniziativa – secondo Capotorto – sarà anche legato alla partecipazione dei cittadini che vorranno aderire alla class action nel corso dei prossimi mesi, scrivendo all’Associazione Coscioni che ha promosso l’azione». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa Associazione Luca Coscioni (Fabio Miceli), fabio.miceli@associazionelucacoscioni.it.
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