Strutture ospedaliere e persone con disabilità: c’è ancora molto da lavorare

Non sono confortanti i dati emersi da un’indagine dell'Istituto Serafico di Assisi sull’accessibilità alle cure per le persone con disabilità nelle strutture ospedaliere, nonostante siano attive ormai da tempo, nel nostro Paese, buone prassi come il modello DAMA, nato a Milano e diffusosi in varie altre zone del Paese. Si tratta quindi di un tema su cui c’è ancora molto da lavorare. Dal canto suo, il Serafico ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, allo scopo di potenziare i propri ambulatori specialistici, pensati e organizzati a misura delle persone con disabilità
Riabilitazione all'Istituto Serafico di Assisi
Seduta riabilitativa all’Istituto Serafico di Assisi, insieme a un ragazzo con disabilità

Per oltre 8 persone su 10 le risposte fornite dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone con disabilità risultano inadeguate e ben 5 persone su 10 hanno evidenziato che nelle strutture ospedaliere cui si sono rivolte non erano previsti percorsi prioritari per gestire i bisogni specifici delle stesse persone con disabilità. E infine, più di 1 persona su 3 ha dichiarato di avere incontrato barriere architettoniche all’interno delle strutture sanitarie: sono questi i risultati principali emersi da un’indagine riguardante l’accessibilità alle cure da parte delle persone con disabilità, condotta dall’Istituto Serafico di Assisi (Perugia), la nota struttura umbra che svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.

Obiettivo dell’iniziativa è stato segnatamente quello di accendere i riflettori su quanto sia ancora complesso e faticoso per le persone più fragili e le loro famiglie affrontare la quotidianità all’interno di una struttura ospedaliera e questo nonostante azioni lodevoli e buone prassi come quelle del modello organizzativo DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance, ovvero “Assistenza medica avanzata alle persone con disabilità”), di cui tanto spesso ci siamo occupati sulle nostre pagine, nonostante la nascita di organizzazioni di professionisti sanitari come l’ASMeD (Associazione per lo Studio dell’assistenza Medica alla persona con Disabilità) e pur essendo stata diffusa sin dal 2013, da parte della Cooperativa romana Spes contra spem, la Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale.
I risultati dell’indagine confermano dunque quanto ancora ci sia da lavorare in questo settore.

Dal canto suo, il Serafico di Assisi, nel prendere atto degli esiti dell’indagine, intende muoversi con risposte concrete e per questo ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi denominata Non facciamo miracoli (attiva fino al 18 luglio anche tramite il numero solidale 45583), allo scopo di potenziare i propri ambulatori specialistici, pensati e organizzati a misura delle persone con disabilità.
«Lo riteniamo un progetto di fondamentale importanza – sottolinea Francesca Di Maolo, presidente della struttura -, che non solo permetterà di accogliere un numero maggiore di bambini, bambine e ragazzi, ragazze provenienti da tutta Italia, ma che consentirà altresì alle famiglie di trovare all’interno di un unico luogo di cura équipe multidisciplinari specializzate, senza dover faticosamente peregrinare tra una struttura sanitaria e l’altra». (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di approfondimento sull’indagine condotta dall’Istituto Serafico. Per ogni altra informazione: Ufficio stampa Istituto Serafico di Assisi (presso INC-Istituto Nazionale per la Comunicazione), Alessandra Dinatolo (a.dinatolo@inc-comunicazione.it).

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