Prodotto nel 2011 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Banca Mondiale, il primo Rapporto Mondiale sulla Disabilità (World Report on Disability) – che in questi mesi viene presentato nei principali Paesi europei – ha costituito certamente una novità assoluta, dalla quale è emerso innanzitutto un primo dato rilevante: oltre un miliardo di esseri umani sono persone con disabilità!
Lo studio ha confermato inoltre che i disabili sono generalmente più poveri, con un livello d’istruzione più basso e che dispongono di minori opportunità lavorative rispetto ai comuni Cittadini. Ciò è essenzialmente dovuto alla mancanza di servizi a loro disposizione e ai molti ostacoli che queste persone devono affrontare nella loro vita quotidiana.
I dati del Rapporto sono molto chiari e forniscono informazioni importanti sulle migliori pratiche disponibili per superare le difficoltà e migliorare l’assistenza sanitaria, la riabilitazione, l’istruzione, l’occupazione, i servizi di supporto e per creare gli ambienti ideali di vita per le persone con disabilità.
In tal senso, il documento si conclude con una serie concreta di azioni raccomandate a Governi e Istituzioni che, se messe in atto, potrebbero portare a reali miglioramenti nella vita di queste persone.
L’obiettivo dei vari “lanci” a livello nazionale e il dialogo politico che ne segue è sostanzialmente quello di mettere a disposizione degli Stati il Rapporto e di utilizzarlo come strumento per rafforzare le politiche nazionali in tema di disabilità, contribuendo al tempo stesso a uno sviluppo internazionale della tematica.
Seppur decisamente migliore rispetto a quella di molte aree del pianeta, la situazione europea presenta ancora molto lavoro da fare per migliorare la vita dei suoi Cittadini con disabilità. Durante la presentazione al Parlamento Europeo, ad esempio, è emerso come un’azione a livello di Istituzioni europee sarebbe auspicabile in diversi campi, quali ad esempio il supporto alle persone ipovedenti nella gestione autonoma delle operazioni economiche, la garanzia di un migliore accesso ai disabili nel campo del diritto d’autore, l’avvio di uno studio che analizzasse la facilità d’uso di interfacce digitali per non vedenti.
Inoltre, la prevalenza della disabilità nelle comunità più povere del mondo e la difficoltà ad affrontare in esse aspetti essenziali della vita – come l’istruzione, la sanità e l’occupazione – dovrebbero portare l’Unione Europea a includere la disabilità nei programmi di cooperazione, istituendo una nuova partnership globale per lo sviluppo, inclusiva di questa tematica.
Questo “pionieristico” Rapporto Mondiale sulla Disabilità potrà senza dubbio dare un contributo significativo all’esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Inoltre, nell’affrontare i temi della salute pubblica, dei diritti umani e dello sviluppo della persona, esso è destinato a diventare una risorsa preziosa per i governanti, i fornitori di servizi, i professionisti e naturalmente per le stesse persone con disabilità e per le loro famiglie.
*Il presente articolo è già apparso nella testata «west – welfare società territorio», con il titolo Disabilità a 360 gradi, e viene qui ripreso – con lievi riadattamenti al contesto – per gentile concessione.
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