«In un momento in cui la diversità e l’inclusione sono temi scottanti, 1 miliardo e 200 milioni di persone con disabilità, il 15% della popolazione mondiale, chiedono un cambiamento efficace per rimuovere ogni disuguaglianza. Vogliamo mettere insieme la più grande coalizione possibile di organizzazioni internazionali del mondo dello sport, dei diritti umani, della politica, delle comunicazioni, degli affari, delle arti e dell’intrattenimento, un movimento dietro al quale tutte le persone con disabilità possano unirsi, un movimento globale impegnato a battersi pubblicamente per la visibilità, l’inclusione e l’accessibilità. Lo faremo in questo decennio, costruendo una maggiore conoscenza delle barriere e delle discriminazioni che le persone con disabilità affrontano quotidianamente a tutti i livelli della società, permettendo loro di realizzare il proprio potenziale e di essere membri attivi e visibili di una società inclusiva».
Con questo ambizioso messaggio, è stata lanciata in corrispondenza di un momento di grande visibilità come le Paralimpiadi di Tokyo, la grande campagna internazionale denominata WeThe15, ovvero “Siamo il 15”, con riferimento diretto a quel dato che identifica le persone con disabilità come il 15% della popolazione mondiale.
A guidare l’iniziativa sono l’IPC, il Comitato Paralimpico Internazionale e l’IDA, l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità, affiancate da organizzazioni come l’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani e la stessa Commissione Europea, insieme, tra le altre, alla Fondazione Invictus Games, a Valuable 500 e a Special Olympics International.
Dal canto suo anche l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ha dato ampia evidenza alla campagna, definendola come «una storica alleanza tra sport e organizzazioni per i diritti umani» e pubblicando tre belle testimonianze di come lo sport possa migliorare la vita delle persone con disabilità. (S.B.)
Al sito ufficiale della campagna internazionale WeThe15 sono disponibili tutte le notizie e gli approfondimenti.
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