L’azione per il clima e quella per la giustizia sociale marciano di pari passo

«Agire per il clima e la giustizia sociale sono questioni reciprocamente dipendenti e vanno di pari passo»: è nata su questo principio l’Alleanza Europea per una Giusta Transizione, una cui dichiarazione è stata sottoscritta nelle scorse settimane anche dal Forum Europeo sulla Disabilità. In essa si chiede alle Istituzioni dell’Unione Europea, ai Governi Nazionali e ad ogni altra Autorità competente «di agire subito nel senso di una giusta transizione per tutti», sottolineando tra l’altro «le persistenti forme di discriminazione basate su etnia, genere, disabilità, età e altri motivi ancora»
Realizzazione grafica con varie persone
Un possibile titolo per questa immagine potrebbe essere: “La disabilità non è un mondo a parte, ma una parte del mondo”

«Condividiamo la convinzione che agire per il clima e la giustizia sociale sia reciprocamente dipendente e vada di pari passo»: su questo principio di base è nata, su iniziativa di Solidar – gruppo di organizzazioni non governative europee che si occupa di cooperazione allo sviluppo, aiuto umanitario, politiche sociali, servizi sociali e formazione – l’Alleanza Europea per una Giusta Transizione (European Alliance for a Just Transition), organismo informale cui aderiscono più di venti organizzazioni non governative, attive a livello continentale su temi sociali e ambientali.

Nelle scorse settimane anche l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ha sottoscritto una dichiarazione congiunta prodotta dai vari membri dell’Alleanza, in cui si invitano le organizzazioni della società civile, i movimenti politici e altri attori a tutti i livelli a riunirsi, «perché solo lavorando insieme – come si legge in una nota diffusa dal Forum – garantiremo che la transizione verso un’Europa che affronti concretamente i problemi climatici, porti a società più eque, più resilienti, sostenibili e prospere».

Particolarmente significativo è il primo punto della dichiarazione, ove si sottolinea «la profondità, la gravità e la natura acuta dell’emergenza climatica e ambientale in corso, delle crisi sociali, sanitarie ed economiche, della crescente disuguaglianza e povertà, delle persistenti forme di discriminazione basate su etnia, genere, disabilità, età e altri motivi, e della crescente precarietà del lavoro e delle condizioni di lavoro inadeguate in Europa e nel resto del mondo».

Nel chiedere quindi alle Istituzioni dell’Unione Europea, ai Governi Nazionali e ad ogni altra Autorità competente «di agire subito nel senso di una giusta transizione per tutti», vengono poste a tal fine le seguenti istanze:
° Rimodellare le nostre economie affinché siano più eque, inclusive, trasparenti, democratiche, diversificate, con maggior spazio alle donne, collaborative, circolari e sostenibili.
° Creare un nuovo mondo del lavoro che offra posti di lavoro dignitosi, di alta qualità, rispettosi della salute e sostenibili per tutti.
° Pianificare e agire a livello locale per ricostruire economie, settori, comunità e città sostenibili e resilienti.
° Affrontare le disuguaglianze e l’accesso inuguale ai diritti umani e ai servizi essenziali da una prospettiva intersezionale.
° Garantire che una giusta transizione permei tutte le politiche e i programmi dell’Unione Europea e quelli dei Paesi Membri.
° Riconoscere il ruolo e l’importanza dell’istruzione formale, non formale e informale nel processo che porti a una giusta transizione.
° Fornire giustizia climatica globale e aumentare il sostegno internazionale e la cooperazione a livello mondiale.
° Basare e valutare tutte le proposte politiche e i progressi sui diritti umani esistenti e sulla migliore scienza disponibile. (S.B.)

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