Tutti zitti… e con gli ombrelli chiusi!

di Giorgio Genta
Storia semiseria di un Paese che un giorno potrebbe decidere di tassare anche le parole - unico patrimonio rimasto - e in particolare parole come "persone con disabilità", categoria "di lusso", perché, come scrive Giorgio Genta con il consueto sarcasmo, «oggi è davvero un lusso essere Cittadini con disabilità»! In altre parole, di fronte all'attuale situazione del nostro Paese, ove lo Stato Sociale sembra ormai vicino allo smantellamento, è meglio provare almeno a sorridere

René Magritte, «Golconda»Scaricare su chi comanda la responsabilità di ogni misfatto è un’antichissima tradizione ben connaturata nella natura umana. Dal Faraone d’Egitto agli Imperatori Romani, dal Granduca di Toscana ai Governi Piemontesi dell’Ottocento, tutti i potenti di turno sono stati destinatari dell’amaro sfogo del popolo oppresso che li ha ritenuti – talvolta a ragione – responsabili delle loro sciagure, comprese quelle meteorologiche.
Oggi – alla disperata ricerca di nuovi introiti atti a placare l’insaziabile fame del dio Moloch “Bilancio in Pareggio” – il “Governo dei banchieri” (pardon, dei tecnici) è alla famelica ricerca di nuovi cespiti occulti da colpire con un'”iperadeguata tassazione” e dicono abbia avuto una degna pensata: perché non tassare le parole, unico patrimonio rimasto agli italiani?
Sarà una tassazione progressiva, nel senso che colpirà secondo l’età: assai poco i giovanissimi, che si dice abbiano un vocabolario di 2-300 parole buone ad ogni uso, molto di più gli attempati amanti del bel linguaggio prolisso, che spaziano sui 3-5.000 vocaboli. Verrà poi introdotto un coefficiente di moltiplicazione (pare il vetusto “pigreco”), che farà lievitare il balzello in relazione alla citazione di detti o proverbi famosi.
Un esempio ? Il celeberrimo «Piove, governo ladro!» sarà soggetto all’aliquota base del 33%, maggiorata del 75% per la tassa sugli atteggiamenti ostili al Governo e gravato di un’accisa di sette centesimi, parzialmente a favore dei terremotati di Messina del 1908…

Ma c’è di meglio, cioè di peggio: “persona con disabilità”. Il termine “persona”, infatti, comporterà un’aliquota del 52% (quella media attuale!), mentre l’appellativo “con disabilità” – che indica una categoria di particolare distinzione (direi quasi “di lusso”, perché oggi essere Cittadini con disabilità è davvero un “lusso” che non tutti si possono permettere!) – sarà oggetto di una sovrimposta del 98%, pagabile in dodici rate.
Dimenticavo: ci sarebbe – il condizionale è d’obbligo, essendo ancora aperta la discussione sul caso specifico – un contributo di solidarietà del 33% a favore delle “persone senza disabilità” (Consiglieri Regionali e Parlamentari compresi), che un sì bell’appellativo non se lo possono permettere…
E se poi oltre a dire «piove, governo ladro!» aprirete davvero l’ombrello, sarete colpiti dall'”Una tantum sull’apertura delle apparecchiature atte a contrastare gli effetti degli agenti atmosferici”, nonché dalla speculare tassazione “di chiusura”…
E quindi, tutti zitti e con gli ombrelli chiusi!

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