In una nota congiunta, Pietro Barbieri e Giovanni Pagano, presidenti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), ovvero le organizzazioni alle quali aderisce la stragrande maggioranza delle Associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari, annunciano uno stato di mobilitazione che culminerà in una grande manifestazione nazionale indetta a Roma per il prossimo 23 maggio, di fronte a quello che viene ritenuto un «duplice e grave attacco ai diritti e alla dignità delle persone con disabilità», intendendo per altro informare da subito «i Cittadini e le organizzazioni dell’impegno civile, sollecitare un intervento del Parlamento e convincere lo stesso Governo della sciagura di cui potrebbe essere causa».
Le ragioni della dura iniziativa vanno ricercate nella Manovra Finanziaria presentata alla fine del 2011 dal Governo Monti e approvata a larga maggioranza (Legge 214/11), che ha delegato l’Esecutivo a rivedere i criteri di calcolo e gli ambiti di applicazione dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, vale a dire quello strumento usato per stabilire il diritto all’accesso a molti servizi e prestazioni sociali e per fissare l’eventuale partecipazione alla spesa.
In particolare si ricorre all’ISEE per l’accesso agli asili nido, al trasporto e alle mense scolastiche, ai servizi per gli anziani e per i disabili, alle agevolazioni tariffarie su elettricità e gas e molto altro. Uno strumento, quindi, che interessa milioni di famiglie italiane e in particolare proprio quelle in maggiore difficoltà.
«In questi giorni – si legge nella nota dei presidenti di FISH e FAND – il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e quello dell’Economia stanno definendo il testo del Decreto che interverrà sull’ISEE e i segnali sono tutt’altro che rassicuranti. Sembra infatti che il nuovo ISEE sarà gravemente svantaggioso per le famiglie in cui sia presente una persona con disabilità grave o un anziano non autosufficiente. Le misure in via di adozione porterebbero cioè a conteggiare come redditi anche gli aiuti monetari che lo Stato riconosce alle persone con disabilità (assegni di cura, indennità di accompagnamento, pensioni) e le detrazioni previste per le spese sanitarie e di assistenza non modificherebbero l’impatto negativo dell’impianto. Centinaia di migliaia di famiglie verrebbero pertanto escluse dall’accesso agevolato ai servizi e alle prestazioni, una misura iniqua che colpisce i più deboli».
«Ma non è tutto – prosegue la nota – dal momento infatti che sulla futura ISEE circolano insistentemente voci ancora più inquietanti. Questo verrebbe cioè applicato anche ai fini della concessione di pensioni e indennità di accompagnamento riservate alle persone con grave disabilità e ad ogni altra prestazione di sostegno all’autonomia personale. Un’ipotesi gravissima e smaccatamente volta a tagliare quel già minimo sostegno economico che lo Stato riconosce in caso di invalidità civile. A pagarne il prezzo sarebbero, ancora una volta, le persone con disabilità e le loro famiglie. Un’ipotesi che le Federazioni delle persone con disabilità respingono decisamente e con sdegno e che nessuna voce ufficiale del Governo ha finora smentito».
Queste dunque le ragioni della mobilitazione, che prevede – come detto – la manifestazione nazionale del 23 maggio a Roma. (S.B.)