Ancora pochi italiani conoscono i tanti problemi delle persone con disabilità

Quello della disabilità è un mondo che riguarda e investe più del 15% degli italiani, ma che si rivela ancora poco conosciuto dal resto della popolazione: è quanto emerge dall’utile indagine di opinione “Osservatorio Cittadini e disabilità”, curata dalla Società SWG, insieme all’Associazione Premio Bomprezzi, i cui risultati sono stati presentati a Milano, in occasione della cerimonia conclusiva del primo “Premio Franco Bomprezzi” per un giornalismo di qualità, di cui anche «Superando.it» è media partner, dedicato a colui che fu tra l’altro a lungo direttore responsabile di questo giornale
Carrozzina in penombra
Secondo l’indagine di opinione curata da SWG e dall’Associazione Premio Bomprezzi, ci sono temi quali il “Dopo di Noi”, i vari tipi di barriere, i trasporti o la vita indipendente che restano ancora letteralmente “nel buio” per la stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese

Quello della disabilità – e diciamo purtroppo – è un mondo che riguarda e investe più del 15% degli italiani, ma che si rivela poco conosciuto dal resto della popolazione: è quanto emerge innegabilmente dall’interessante e utile indagine di opinione (Osservatorio Cittadini e disabilità), curata e condotta dalla Società SWG, in collaborazione con l’Associazione Premio Bomprezzi, allo scopo appunto di analizzare la percezione della disabilità, le esigenze e le risposte istituzionali ad essa, oltre alla valutazione e all’autopercezione delle persone con disabilità e le loro famiglie.
I risultati, come già avevamo ampiamente riferito, sono stati presentati a Milano il 3 dicembre scorso, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, in occasione della cerimonia conclusiva del primo Premio Franco Bomprezzi per un giornalismo di qualità, lanciato qualche mese prima dal Festival delle Abilità, iniziativa di cui «Superando.it» è uno dei media partner, dedicata a colui che fu tra l’altro direttore responsabile di «Superando.it» fino alla sua scomparsa nel 2014.

Del Premio riferiremo poco oltre. Prima vediamo in sintesi gli esiti dell’indagine di opinione, ricordando che a questo link sono disponibili integralmente i risultati della stessa.
Che le persone con disabilità siano state colpite duramente dalla pandemia, dunque, è un dato ormai ben noto, così come il fatto che né lo Stato né i cittadini in generale fanno abbastanza per la loro inclusione.
Altro rilievo emerso con chiarezza è che tra i fattori di rischio che possono fare scivolare una famiglia verso la povertà e la marginalità vi è proprio il mantenimento di una persona con disabilità e l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, con una generale sottostima di costi come quelli relativi all’educazione e alla riabilitazione, agli ausili, al/alla caregiver a tempo pieno – con conseguente abbandono del lavoro – alla ristrutturazione dell’abitazione, fino all’impostazione del “Dopo di Noi”.
Per quanto poi riguarda l’atteggiamento verso la disabilità, esso risulta ancora improntato alla “sensibilità” e alla solidarietà, ma restano forti gli approcci ostili e distanti, se è vero che oltre un terzo dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese dichiara di avere assistito ad episodi di discriminazione. Allo stesso tempo, secondo il 79% degli interpellati, i vari organi d’informazione ignorano il tema della disabilità, ritenendo che per avere informazioni ci si debba rivolgere all’Azienda Sanitaria Locale (20%), a internet (18%) o al medico di base (14%).
In generale viene percepita una limitata attenzione alle principali esigenze e ai diritti delle persone con disabilità, con temi quali il “Dopo di Noi”, i vari tipi di barriere, i trasporti, la vita indipendente tra i più ignorati.

«Questa ricerca – commenta Simone Fanti, vicepresidente dell’Associazione Premio Bomprezzi – svela quanta strada ancora ci sia da fare per aumentare la consapevolezza delle esigenze e dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Abbiamo indagato quali tra una serie di azioni possibili agevolerebbe il superamento degli ostacoli che queste persone devono affrontare. Alcune sono prioritarie per l’opinione pubblica: occorre ad esempio fare chiarezza sui diritti, ed è responsabilità dei media e di tutte le istituzioni. E subito dopo c’è il tema del lavoro, considerato importantissimo. Tra le ultime, per mancanza di comprensione, il “Dopo di Noi”, il cohousing e il diritto alla sessualità. Sono quindi gli italiani a dirci che c’è ancora una scarsa conoscenza della disabilità, una presa di distanza o non accettazione significative, una consapevolezza di muoversi poco in modo inclusivo. Questo Osservatorio Cittadini e disabilità è nato proprio per far sì che si parta da qui per attuare un vero cambiamento culturale».

E veniamo dunque al primo Premio Franco Bomprezzi, rivolto, come detto, ai migliori lavori giornalistici che hanno raccontano la disabilità nell’ultimo anno.
Il primo premio ex aequo è andato a Laura Badaracchi di Superabile INAIL e a Nello Del Gatto di Tre soldi (RAI Radio 3). Al secondo posto Veronica Rossi di «Altreconomia» e al terzo Cristina Carpinelli di Radio24. Per la categoria Progetto giornalistico da realizzarsi con il contributo del premio, hanno vinto invece  Ylenia Sina e Angela Nittoli di «Fanpage.it».

All’evento di Milano ha inviato un videomessaggio anche la ministra per le Disabilità Erika Stefani, che ricordando Bomprezzi, lo ha definito come «un giornalista che ha fatto la storia e rappresentato per questo mondo un cardine fondamentale nell’affermazione dei diritti, un impegno sui diritti che proprio in questi giorni ha visto un importante risultato come il varo della Disability Card, la Carta Europea Della Disabilità [se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.], un modo per sconfiggere la burocrazia e garantire un accesso agevolato a beni e servizi».
«Siamo convinti – ha aggiunto – che la disabilità non debba essere più approcciata in modo pietistico ed assistenzialistico ed è con questa stessa visione che il Governo ha presentato al Parlamento la Legge Delega sulla disabilità, una norma procedurale per semplificare i passaggi che una persona con disabilità deve affrontare per costruire il proprio progetto di vita».
«Vogliamo in sostanza costruire – ha concluso – un contenitore in cui ci siano tutte le figure con cui la persona con disabilità è tenuto a dialogare, senza cambiare nulla di quello che già c’è, ma aggiungendo il concetto di valutazione multidimensionale in senso semplificativo». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: festivaldelleabilita@gmail.com.

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