Sul discorso “indennità di accompagnamento”, una delle possibili intuizioni cui prestare un po’ di attenzione, è che si tratti di una specie di “favilla” che cova sotto la cenere e che può essere soggetta a scrosci d’acqua che la spengano, o a soli stridenti e a venti forti che ne inneschino e ne estendano a dismisura e in modo irreparabile la sua esistenza e la sua azione distruttiva.
Mai tecnico, infatti, è riuscito ad essere più politico dell’attuale Governo, che probabilmente cerca davvero di salvare “capre e cavoli”, ma che, in realtà,sta davvero salvando soltanto il “lupo”. Questo perché sta traghettando il Paese dalla precedente alla prossima scelta politica, per cui nessun Partito sente il peso delle responsabilità di scelte esercitate sul tappeto gerarchicamente inferiore della società, in quanto la responsabilità stessa sarà poi tutta riversata sul presidente della Repubblica Napolitano, che nel frattempo sarà giunto al termine del suo mandato. Quindi sarà come dire che quelle responsabilità cadranno “nel vuoto”.
Un fatto, però, è certo. Si parla di equità, per cui tutti siamo chiamati responsabilmente a pagare anche più di quanto sancito dal principio costituzionale; guai però a chi osa parlare di “equità ai piani alti”.
Si parla di crescita, ma l’unica crescita cui stiamo più o meno passivamente assistendo è quella dei prezzi al consumo e della disoccupazione. E ciò che francamente trovo più preoccupante è la mancanza di una progettazione seria, alternativa e resa pubblicamente alla cittadinanza da parte delle maggiori forze politiche chiamate a contendersi la poltrona nel 2013.
Dico tutto ciò per dire che a questo punto chi può muovere le acque e destare dal sonno i contendenti possono essere solo le parti sociali; quelle che, in qualche modo, rappresentano gli interessi dei Cittadini. E, in particolare, penso che un ruolo determinante lo possano avere, in questo senso, quelle dei cosiddetti disabili (che almeno per ora, dobbiamo continuare a chiamare così).
Credo, pertanto, che una delle maggiori possibilità che si hanno per dare respiro a una vera politica dei Cittadini, rianimando la partecipazione attiva alla costruzione di una società più equa e democratica, sia quella di ricompattarsi nelle lotte di interesse comune, proponendo piattaforme prive di settorialismi e di corporativismo, in ciò richiamando alla loro funzione i parlamentari e i responsabili delle forze politiche e sociali, ai quali abbiamo dato tessere e deleghe e che oggi si debbono esprimere senza “se” e senza “ma”.
*Presidente nazionale del MOLCES (Movimento Operativo per la Lotta contro l’Emarginazione Sociale) (silvano.pasquini@fastwebnet.it).
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…